Lite Letta-Salvini. Putin scrive a Mattarella per il 2 Giugno

Il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, ospite della trasmissione RAI "Porta a porta", condotta da Bruno Vespa,
Il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, ospite della trasmissione RAI "Porta a porta", condotta da Bruno Vespa, Roma, 30 settembre 2021. ANSA/GIUSEPPE LAMI

ROMA. – Il dialogo col Cremlino, le armi a Kiev, le sanzioni alla Russia. Complice l’avvicinarsi delle urne, la guerra in Ucraina crea continue fibrillazioni nella maggioranza, con una vera e propria escalation di accuse incrociate. Enrico Letta si scaglia contro Matteo Salvini che con le sue iniziative costituisce “un danno” per l’Italia.

“Ma non scherziamo!”, ribatte stizzito il leader leghista puntando il dito, a sua volta, contro Pd e 5s. Gli eurodeputati dem annunciano che nell’agenda della plenaria del 23 giugno ci sarà un dibattito sulle relazioni tra Mosca e i partiti della destra europea, compresa la Lega.

Nel frattempo, il Quirinale conferma la notizia di un messaggio inviato dal presidente russo Vladimir Putin al capo dello Stato Sergio Mattarella in occasione della festa della Repubblica del 2 giugno. Ma sui contenuti c’è il massimo riserbo. “Si tratta – spiega l’ufficio stampa del Colle – di uno dei tanti messaggi scritti che arrivano ogni anno per la festa della Repubblica dai capi di Stato stranieri”.

E, “per prassi”, non è prevista risposta. Resta la curiosità della politica per i contenuti del messaggio che secondo ambienti diplomatici russi sarebbe di apprezzamento per la festa della Repubblica italiana, anche se quest’anno l’ambasciatore di Mosca non è stato invitato dal Colle alla cerimonia di festeggiamento.

Intanto, i 5 stelle, da settimane sulle barricate contro l’invio di altri rifornimenti militari a Kiev, lavora per inserire la sua linea nella risoluzione di maggioranza centrata sulla de-escalation da votare il 21 giugno dopo le comunicazioni del premier Mario Draghi alle Camere. Conte non usa toni di rottura, tutt’altro: “Deve nascere dal dialogo tra le forze in Parlamento” e “sarà approvata “da tutti” coloro che sostengono il governo.

In tale contesto, il Movimento ritiene che l’Italia, insieme all’Europa, debba promuovere il negoziato tra le parti in conflitto e concentrare tutti gli sforzi per trovare una soluzione politica. Un indirizzo che potrebbe essere inserito come uno dei punti del documento che il Parlamento dovrà votare. “Serve una de-escalation militare, non inviare sempre più armi”, taglia corto il senatore pentastellato Gianluca Ferrara.

Peraltro, anche Salvini in varie occasione ha detto che la soluzione non è inviare altre armi a Kiev. A breve il confronto tra le forze politiche entrerà nel vivo ma l’esito non è affatto scontato, tanto che il ministro leghista Giancarlo Giorgetti non esita a parlare di “un passaggio rischioso. Cosa faranno Lega e 5 Stelle bisogna chiedere a Salvini e Conte – afferma prendendo implicitamente le distanze da un eventuale strappo -.

Draghi persegue l’obiettivo della pace. Ma il Parlamento è sovrano e quindi se non la pensa come il premier bisognerà trarre le conseguenze”. Tra i 5 stelle c’è chi non esclude la possibilità di tirare dritto con un documento autonomo: “Puntiamo ai nostri temi – dice un eletto – poi vediamo se ci seguono”. Con ogni probabilità, tutto sarà giocato sul filo delle sfumature, che per ora restano molto diverse. Soprattutto tra i giallorossi.

Anche Letta parla di pace, ma da tutt’altra prospettiva: “L’Italia si sta impegnando con tutta l’Europa per la pace, che non può che passare attraverso il fermare l’imperialismo di Putin”. Il leader leghista, da giorni nel mirino per l’ipotesi di una missione autonoma in Russia, se la prende con il titolare della Farnesina reo, a suo avviso, di non essere all’altezza del ruolo: “Se i russi non vogliono parlare con Di Maio è mio dovere parlare con chiunque per aiutare a fermare la guerra”.

Non la pensano così gli eurodeputati dem Simona Bonafè, vice presidente di S&D, e Pierfrancesco Majorino che annunciano la decisione della conferenza dei presidenti del Pe di includere, su richiesta del gruppo, nell’agenda della plenaria del 23 giugno un dibattito sulle relazioni tra Mosca e i partiti della destra europea, Lega compresa, nel contesto del conflitto.

Palazzo Chigi si tiene lontano dalle polemiche, con il sottosegretario Franco Gabrielli che stempera i toni: “Non credo che le azioni di Salvini pongano in pregiudizio la sicurezza nazionale. La sicurezza del Paese è una cosa molto più grande delle singole iniziative di, pur autorevoli, esponenti politici”.

(di Paola Lo Mele/ANSA)

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