Lavoro, disoccupati sotto i tre milioni per la prima volta dal 2008

Vicepremier e ministra del Lavoro Yolanda Díaz

MADRID — È un dato che non si vedeva dal 2008: i disoccupati in Spagna sono ora meno di tre milioni. “Sono dovuti trascorrere 161 mesi e avvicendarsi quattro ministri per rivedere le cifre di oggi”, esulta la vicepremier e ministra del Lavoro Yolanda Díaz. Dopo il mese di maggio, come ha ricordato lei stessa, il numero delle persone senza impiego è di circa 2.922.000 persone. “Pur essendo coscienti del fatto che c’è ancora molto da fare, questa cifra è di enorme importanza per il nostro Paese”, sostiene Díaz.

A maggio, secondo le cifre ufficiali pubblicate oggi, il numero dei senza lavoro è sceso di 99.512 persone. Rispetto a un anno fa, ci sono 858.259 disoccupati in meno. “A febbraio 2021 ho dovuto dare la cifra di disoccupati peggiore della mia vita, superavamo i quattro milioni”, commenta la vicepremier. “Oggi c’è soddisfazione per tutte le famiglie che vedono la loro vita migliorata”.

Tra i dati che rendono Díaz più orgogliosa, ci sono quello relativo ai giovani — “per la prima volta abbiamo solo 199.000 giovani disoccupati” — e quello sui contratti a tempo indeterminato: erano così 730.000 degli oltre 1,6 milioni accordi firmati il mese scorso. “Finalmente le assunzioni sono di qualità”, rivendica la vicepremier, una delle principali promotrici di una riforma del mercato del lavoro messa in atto in accordo con imprenditori e sindacati proprio con la riduzione dell’altissimo numero dei precari tra gli obiettivi principali.

I dati odierni sull’andamento  del mercato del laboro sono stati celebrati anche dai principali sindacati. “Siamo sulla buona strada”, affermano da Comisione Obreras. “I dati confermano l’importanza della riforma”, sostiene UGT. Soddisfazione anche tra gli imprenditori. “I numeri di maggio evidenziano l’impegno del settore privato in favore della stabilità”, è il commento della Confindustria spagnola, la CEOE.

Intanto, Díaz ha indicato che il suo ministero sta lavorando per introdurre un nuovo strumento volto a migliorare le condizioni dei lavoratori: un “algoritmo” per contabilizzare e controllare le ore extra, principalmente con l’obiettivo di evitare abusi.

Redazione Madrid

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