Sánchez annuncia la proroga delle misure contro l’impatto della guerra

MADRID — “Continueremo a proteggere le nostre famiglie e le nostre aziende”: è l’annuncio con cui il premier spagnolo, Pedro Sánchez, ha provato a trasmettere un messaggio tranquillizzatore al Paese, in un periodo di acque agitate sia sul piano internazionale sia nell’ambito della politica interna, e non solo per i mormorii incessanti dell’opposizione. “Il governo prorogherà il piano di risposta alla guerra” in Ucraina, ha affermato oggi il primo ministro socialista di fronte ai parlamentari del suo partito, in un incontro tenutosi al Congresso dei Deputati. Occasione nella quale il premier non ha risparmiato attacchi ai rivali classici del Partito Popolare, dati come favoriti nei sondaggi in vista delle prossime regionali andaluse, in programma il 19 giugno.

Tra le misure a cui ha fatto riferimento Sánchez, attualmente in vigore fino al 30 giugno, ci sono ad esempio uno sconto da 20 centesimi al litro sui carburanti e riduzioni fiscali riguardanti le imposte sull’energia, così come un limite del 2% agli aumenti sui contratti d’affitto nuovi o rinnovati. Provvedimenti imprescindibili per molti consumatori, convalidati dal Congresso dei deputati a fine aprile in una votazione risicatissima (176 sì e 172 no) nella quale risultarono decisivi i secessionisti baschi di Bildu.

Fu quello il segnale più evidente delle recenti difficoltà del governo nel mantenere unita la maggioranza che permise a Sánchez di confermarsi come primo ministro nel 2020: barcollamenti in particolare alla crisi, ancora non risolta del tutto, con i partiti indipendentisti catalani in merito al cosiddetto ‘scandalo Pegasus’, riferito a una presunta operazione di spionaggio a esponenti del separatismo.

In quel caso, i socialisti tentarono fino all’ultimo, ma invano, di ottenere il sostegno del PP, che da poco aveva vissuto cambi ai vertici con l’avvicendamento tra l’ex numero uno Pablo Casado e il nuovo leader nazionale alberto Núñez Feijóo. “Vediamo se stavolta abbiamo più fortuna e quelli che dicono di amare così tanto la Spagna lo dimostrano”, ha affermato Sánchez tra gli applausi dei suoi parlamentari.

L’incontro di oggi è avvenuto in una data che rappresenta una ricorrenza particolare per il premier e il suo partito. “Oggi si compiono quattro anni da quando il Congresso dei deputati votò con maggioranza assoluta per la fine del governo di Mariano Rajoy e per aprire una tappa di cambiamento politico”, ha affermato. “Sono quattro anni da quando la democrazia spagnola mise fine a un governo sentenziato, politicamente e dal punto di vista giudiziario, per la corruzione”.

La mozione di sfiducia votata dal Parlamento contro il popolare Rajoy fu infatti giustificata dopo che la Corte Suprema condannò il suo partito (PP) per un grosso scandalo di corruzione. I riferimenti a questo e altri casi che hanno macchiato il passato del PP sono stati costanti negli ultimi interventi pubblici di Sánchez, che, oltre ai malumori degli indipendentisti, sta facendo i conti anche con frequenti divergenze interne con i soci di coalizione di Unidas Podemos, spesso sottolineate come mostra di debolezza dall’opposizione. Ma “nonostante i profeti di sventura”, ha detto il premier, questo esecutivo si sta comunque rivelando “in grado di far sì che il ​​Paese avada avanti”.

Redazione Madrid

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