Letta avverte il M5s sull’Ucraina: “In Aula non si scherza”

Il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, parla mentre, sullo sfondo, viene proiettata un'immagine del presidente del Consiglio Mario Draghi, durante la trasmissione televisiva "Porta a Porta"
Il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, parla mentre, sullo sfondo, viene proiettata un'immagine del presidente del Consiglio Mario Draghi, durante la trasmissione televisiva "Porta a Porta", Roma 01 aprile 2021. ANSA/FABIO FRUSTACI

ROMA. – Quando il premier Draghi parlerà in Parlamento, il 21 giugno, “ci saranno tensioni”, perché il M5s metterà sul tavolo la sua contrarietà all’invio di armi in Ucraina, ma “il governo non cadrà, si troverà il modo di far sì che vada avanti”.

Enrico Letta cerca di sminare il terreno, ma avverte gli alleati, prima di tutto Giuseppe Conte: in Aula si farà sul serio. “E’ legittimo e naturale che ci sia un dibattito, un tentativo di capire e il dubbio – dice il segretario dem – Il punto chiave sono le assunzioni di responsabilità in Parlamento. Fino ad adesso nei voti non ci sono state distinzioni, il passaggio in Parlamento lo affronteremo”.

Letta cita Draghi e chiarisce: Nato ed Ue “sono i pilastri sui quali un governo si regge e se questi pilastri vengono meno la maggioranza non può stare insieme, se non è unita su questi temi”. Se la politica estera segna le distanze fra i due alleati, sulle riforme da fare in Italia ci sono punti di convergenza. Come sul salario minimo: “La nostra proposta sul salario minimo è sul tappeto – ribadisce Letta – e noi abbiamo intenzione di portare avanti, nel confronto con gli altri partiti, facendo sì che entro questa legislatura si arrivi ad un accordo”.

Una dichiarazione non inedita, ma che è suonata come una mano tesa al presidente del M5s: “E’ una buona notizia il fatto che il Pd sia pronto all’accordo sul salario minimo. C’è un nostro progetto di legge alla Commissione Lavoro del Senato, quindi se anche il Pd ci dà una mano per approvare il salario minimo ben venga”.

E anche la sua vice, Paola Taverna, apprezza: “Una sola parola per commentare le parole del segretario Pd Enrico Letta sul salario minimo: finalmente. La storica battaglia del M5S per dare dignità al lavoro ora può davvero essere vinta. Insieme al reddito di cittadinanza, beninteso”.

Una precisazione, quest’ultima, che non disorienta Letta: “Salario minimo e reddito di cittadinanza sono questioni che vanno separate”. Insomma, il campo largo può partire anche da lì. E dalle primarie in Sicilia: “La mia responsabilità è non solo quella di far prendere tanti voti al Pd ma quella di costruire attorno al Pd una coalizione vincente”, spiega Letta. Questo, anche se si riuscisse a cambiare la legge elettorale: il segretario dem invita i leader a un tavolo. Anche se dispera, i tempi sono stretti e le priorità altre.

(Di Giampaolo Grassi/ANSA)

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