LONDRA. – La via della redenzione italiana passerà (per forza) dalla meglio gioventù, da scegliere con logica e coraggio, ma prima c’è la passerella di Wembley, sede della Finalissima contro l’Argentina, che concluderà un ciclo salito sul tetto d’Europa meno di un anno fa, proprio a Londra, ma anche colpevole di aver mancato la qualificazione mondiale lo scorso marzo contro la Macedonia del Nord.
Estasi e supplizio di un gruppo di giocatori che il Ct, Roberto Mancini, alla vigilia della sfida contro l’Albiceleste, ringrazia, seppur annunciando un profondo rinnovamento in un prossimo futuro.
“La partita di domani chiuderà un ciclo – le parole di Mancini -. Non significa che 15/20 giocatori ci lasceranno, ma da mercoledì aggiungeremo a questo gruppo diversi giovani per capire meglio il loro valore e se potremo contare su di loro in futuro. Nel frattempo però dovrò continuare a scegliere i giocatori in base ad un criterio logico. Poi ci vorrà coraggio perché quello nuovo sarà un gruppo giovane che dovrà essere supportato in diversi modi. Non cambieremo l’intera squadra, ma nelle prossime quattro partite, uno due tre o quattro giovani giocheranno”.
Giovani che magari finora nei rispettivi club di appartenenza non hanno trovato molto spazio. Ma a Londra Mancini ha preferito evitare ogni polemica. “Se i club non fanno giocare i giovani, non posso farci nulla. Io penso a quello che dobbiamo fare noi. Stiamo cercando di lavorare per il futuro, di migliorarci. Cercheremo di conoscere meglio i giovani a nostra disposizione, ma vogliamo anche fare le cose per bene.
Certamente non pregheremo nessuno se non vogliono venire. Perché abbiamo già dimostrato di saper comunque vincere un Europeo, nonostante moltissime difficoltà”.
Contro l’Argentina, però, Mancini deve fare a meno di numerosi potenziali titolari, da Ciro Immobile a Federico Chiesa, da Domenico Berardi a Marco Verratti fino a Nicolò Zaniolo. “E’ un grande piacere essere qui, dove a luglio abbiamo festeggiato una vittoria storica. Sicuramente c’è un po’ di emozione. É bello giocare questa partita, Italia-Argentina del resto è una classica del calcio mondiale e sarà una grande sfida. Possiamo dare spettacolo anche se con qualche defezione. Ma anche così siamo forti, così come lo è l’Argentina”.
Intanto, domani sarà una serata speciale per Giorgio Chiellini, il capitano che chiude l’esperienza in azzurro. Prima del fischio d’inizio della “Finalissima”, il presidente federale, Gabriele Gravina, consegnerà al difensore un trofeo come tributo alla sua straordinaria carriera in Nazionale. Un emozionante congedo davanti ai compagni, ai tanti campioni dell’Argentina, ma soprattutto a quei tifosi che non gli hanno fatto mai mancare il loro affetto. La festa proseguirà sull’asse Londra-Roma, dato che in Piazza della Repubblica verranno trasmessi su un giant led screen i momenti più significativi vissuti dal Capitano in Azzurro.
Poi per lui e i compagni sarà la volta di affrontare l’Argentina, che sotto la guida di Lionel Scaloni sta riuscendo ad esprimere al meglio tutto il suo potenziale: 31 gare senza sconfitte (eguagliato il record stabilito da Alfio Basile tra il 1991 e 1993), di cui 21 vittorie, la Coppa d’America contro il Brasile l’anno scorso e il pass in totale sicurezza per la Coppa del Mondo.
“Ovviamente ci teniamo alla partita contro l’Italia e vogliamo vincere questo trofeo, ma il nostro obiettivo, da qui a novembre, è continuare a crescere, e migliorare il nostro gioco, per presentarci al meglio al mondiale in Qatar”, le parole di Scaloni, che scagiona Mancini per la mancata qualificazione dal prossimo mondiale.
“Mancini ha svolto un grande lavoro, restituendo una precisa identità di gioco all’Italia dopo tanti anni. Ci sono partite in cui il pallone non vuole entrare in porta, ed è così che si perdono le partite. Ma l’Italia non meritava di non andare al mondiale, resta pur sempre campione d’Europa, una grande squadra”.