Chiellini saluta a Wembley: “Carriera da sogno”

Giorgio Chiellini durante una conferenza stampa. ANSA/MAURIZIO DEGL ' INNOCENTI

FIRENZE NOVA. – “Avrei voluto cambiare la mia storia con i Mondiali, purtroppo non ci sono riuscito. Ma non ho rimpianti, la mia carriera posso definirla in un solo modo: inimmaginabile”.

Scandita dagli applausi dell’affollatissima Aula Magna di Coverciano, Giorgio Chiellini ha chiuso così la sua ultima vera conferenza da capitano della Nazionale: potrebbe parlare ancora da qui a mercoledì, quando affronterà la finale con l’Argentina a Londra, nello stadio di Wembley dove 11 mesi fa diventava campione d’Europa, ma non avrà il tempo di ripercorrere tutta la sua avventura azzurra durata 18 anni e 116 partite (con la prossima raggiungerà al 4° posto Daniele De Rossi che, nello staff del ct Mancini, sarà in panchina).

Aveva 15 anni, Chiellini, quando per la prima volta varcò i cancelli di Coverciano, con una rappresentativa Under 15 (”Mi mancheranno tutti i ragazzi, ho avuto il piacere di condividere in questi anni lo spogliatoio con tanti giovani, sono dei fratellini”): da allora è diventato uno dei difensori più forti al mondo e punto di riferimento per tanti compagni. “Ho realizzato il più bel sogno che potessi avere da bambino, più di quanto potessi immaginare. Proprio per questo me la sta godendo fino in fondo e ho deciso di lasciare ad alti livelli. Dopo la finale di Coppa Italia con l’Inter mi sto preparando da settimane per la sfida con l’Argentina perché volevo finire alla grande. Non sarebbe stato lo stesso, con tutto il rispetto, chiudere in Nations League con la Germania…”.

Nel 2006 non fece parte della spedizione italiana che ha conquistato l’ultimo Mondiale, quelli del 2010 e del 2014 li ha disputati ma sono stati deludenti. Poi a marzo è arrivata la sconfitta con la Macedonia, “i pareggi di settembre ci hanno complicato come pure le condizioni non ottimali con cui ci siamo presentati a marzo. Dispiace perché avremmo potuto fare un bel Mondiale. Evidentemente era destino e io ci credo, nel calcio come nella vita, però bisogna imparare a saper anche perdere e se ci riesci poi hai più forza, penso anche alla Champions che non sono riuscito a conquistare con la Juve. Ma non ho rimpianti, sono orgoglioso del lavoro che ho fatto su me stesso in tutti questi anni. E poi – ha ammiccato – gli Europei li ho vissuti da protagonista fino a vincere l’ultimo”.

La fascia in Nazionale passerà al braccio di Leonardo Bonucci con il quale per anni lui ha fatto “coppia fissa” nella Juventus: “Prima di me c’era Buffon, poi Cannavaro, ognuno ha il suo modo di essere. Leo sorride meno di me? Conta essere sempre se stessi e di supporto per i compagni con le proprie caratteristiche. Io ho cercato sempre di trasmettere i miei valori, Leo sarà un buon capitano”.

Quanto agli eredi nel suo ruolo Chiellini non ha dubbi: ”Bastoni ha un grande avvenire e lo dico da tempo, deve solo giocare e avere la possibilità di sbagliare, perché a 23 anni non si può essere perfetti e comunque lui ha tutto per migliorare e poter fare 10-12 anni con la maglia dell’Italia”.

Quindi ha lanciato una proposta: ‘Bisognerebbe mettere qualche difensore vecchio stampo a insegnare ai giovani difensori il piacere del contatto con l’avversario: io sono stato fortunato perché sono cresciuto con Cannavaro, all’epoca il più forte al mondo nel suo ruolo, ho provato a carpirgli sempre qualcosa pur avendo caratteristiche diverse”.

A chi gli ha chiesto cosa farebbe per far uscire il calcio italiano dalla crisi ha risposto: “Io lo amo altrimenti non sarei rimasto così a lungo, sarei scappato prima. Ovvio che ci sia qualcosa da migliorare e cambiare e spero si facciano nuove normative per avere più libertà e coraggio, finora idee e persone si sono scontrate contro muri insormontabili”.

É apparso comunque fiducioso sul futuro del nostro calcio e della Nazionale: “Sono contento intanto che sia rimasto Mancini come ct, per me è garanzia di crescita e con lui si potrà difendere il titolo europeo tra due anni. Le difficoltà non mancheranno e vanno messe in conto ma sono sicuro che per i prossimi grandi appuntamenti ci faremo trovare pronti”.

Un breve viaggio nei  ricordi in azzurro più belli: “La vittoria dell’Europeo e la sfida di mercoledì che mi riporterà a Wembley. Poi ovviamente l’esordio che è sempre bello e magico”.

Non ha preparato per adesso nessun discorso particolare alla squadra (“Io sono più un uomo di abbracci che di parole”) e anche il suo futuro resta avvolto nell’incertezza anche se un anno in California, nella Mls, lo intriga: “Ci penserò dopo la gara con l’Argentina e il viaggio a Disneyland con le mie figlie, ci sarà tutto il mese di giugno per decidere e – ha concluso sorridendo – bisognerà attendere l’ok di mia moglie”.

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