40 anni nella NATO, Sánchez: “Spese militari, uno sforzo necessario”

Il presidente del Governo, Pedro Sánchez

MADRID — Aumentare le spese militari non è più un’opzione, ma una necessità. “Perché il costo di rimanere con le mani in mano sarebbe molto più alto”. È uno dei messaggi che ha espresso oggi Pedro Sánchez, premier spagnolo, nel giorno del 40/o anniversario dall’entrata del suo Paese nella NATO.

“È un qualcosa che dobbiamo trasmettere alla società spagnola: dobbiamo fare questo sforzo”, ha aggiunto.

Sánchez ha preso parte a un atto solenne, tenutosi presso il Teatro Reale di Madrid, e presieduto dal monarca Felipe VI. In presenza, tra gli altri, del segretario generale della NATO Jens Stoltenberg, arrivato già nel weekend per preparare anche il prossimo vertice dell’Alleanza Atlantica, che si terrà a fine giugno proprio nella capitale spagnola. Mentre non hanno paetecipato esponenti di Unidas Podemos, formazione con cui governa e che ha una posizione critica rispetto a quest’organizzazione militare internazionale.

“È imprescindibile rafforzare le nostre capacità di dissuasione, il che, senza dubbio, esigerà capacità militari moderne, disponibili, che si acquisiranno solo con un aumento della spesa in Difesa”, ha sostenuto il premier, in un discorso in cui ha anche lanciato un avvertimento al presidente russo Vladimir Putin. “Non raggiungerà i suoi obiettivi” in Ucraina, ha affermato Sánchez, perché “la fermezza” della Nato nel sostenere il Paese invaso dall’esercito russo è “indistruttibile”.

Il monarca Felipe VI (Foto: Casa Reale)

Nel prossimo vertice dell’Alleanza Atlantica, ha aggiunto il premier, verrà studiato un “nuovo concetto strategico”, che non si riferirà solo “alle questioni militari convenzionali”, bensì anche ad aspetti che vanno “molto oltre”, come le “minacce ibride”. Come anticipato, saranno invitati a partecipare anche Svezia e Finlandia, due “democrazie”  che hanno già fatto richiesta di adesione alla NATO.

I piani del prossimo vertice sono stati illustrati anche da Stoltenberg, che ha spiegato che il summit tra tutti i Paesi alleati servirà a “segnare la strada del prossimo decennio” e a riformulare “i concetti di dissuasione e difesa” aggiornandoli per “un mondo più pericoloso”.

“State dando un grande contributo alla nostra sicurezza condivisa e al legame transatlantico”, ha poi affermato il segretario generale della NATO in riferimento specifico alla Spagna. Il Paese iberico entrò nell’alleanza nel 1982, nel corso del mandato di Leopoldo Calvo Sotelo. Quattro anni dopo, il 52,54% degli spagnoli votò a favore dell’adesione del Paese in un referendum.

Da parte sua, Felipe VI ha affermato che il Paese iberico “condivide pienamente” la necessità di “mantenere una solida dissuasione e difesa” sul fianco orientale dell’Alleanza, ma chiede allo stesso tempo di “prestare sempre più attenzione” alle “sfide” della “direzione strategica Sud”. Una delle principali minacce per “le nostre società”, ha ricordato, è infatti “il terrorismo di matrice jihadista”.

Redazione Madrid

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