“Solo un sì è sì”, stretta in Spagna contro gli abusi

Le proteste in Spagna dopo il caso La Manada - foto Ansa EPA/JULIAN PEREZ

MADRID.  – Adesso, anche lo Stato dice: ‘Solo un sì è un sì. Sorella, io ti credo’. La nuova conquista delle donne spagnole, che quello slogan lo hanno gridato a gran voce, è il via libera del Congresso dei deputati alla legge di “garanzia integrale della libertà sessuale”, cavallo di battaglia della ministra delle Pari Opportunità Irene Montero.

Una norma che include varie misure volte a proteggere meglio le vittime di violenze sessuali e a penalizzare maggiormente reati come stalking, violazioni dell’intimità e stupri.

Si tratta di modifiche legislative, ha rivendicato Montero omaggiando in Aula diverse vittime di casi noti di reati sessuali, che sono frutto di “30 anni” di lotta civica, in particolare da parte delle “migliaia di donne che hanno raccontato di aver subito aggressioni sessuali”. Sono ancora fresche nella memoria di molti, ad esempio, le grandi mobilitazioni di piazza della primavera del 2018 per il cosiddetto caso de “La Manada”: un brutale stupro di grupo commesso due anni prima — secondo la Corte Suprema — da cinque uomini ai danni di una 18enne nel corso della festa tradizionale di San Firmino a Pamplona, inizialmente non riconosciuto come tale, bensì come un reato meno grave, da un tribunale di rango inferiore.

Al centro della nuova legge, ha spiegato la ministra Montero (esponente del partito di sinistra Podemos), viene posto ora il “consenso”, con l’obiettivo di “superare la cultura della violenza sessuale”. Come recita letteralmente il testo, “si considererà che esiste consenso solo quando è stato liberamente espresso con atti che, date le circostanze del caso, esprimono chiaramente la volontà della persona interessata”.

Una delle novità più significative è proprio l’equiparazione nel códice penale del reato di “abuso sessuale” (sinora considerato un atto che non implica uso della violenza) a quello di “aggressione sessuale” (che implica violenza ed è associato a pene più dure).

Gli unici gruppi che hanno votato contro la nuova norma sono stati il Partito Popolare (centro-destra) e Vox (estrema destra), convinti che metta a rischio la “presunzione di innocenza”. Per l’ok definitivo, la legge sarà sottoposta a un passaggio al Senato, dove non si attendono sorprese.

Intanto, Ministero delle Pari Opportunità e regioni hanno sbloccato un fondo del governo da 46 milioni di euro per creare centri provinciali di assistenza a vittime di violenze sessuali aperti 24 ore su 24.

(di Francesco Rodella/ANSA).

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