Biden non si ferma, pronto a inviare armi più potenti

Il sistema Multiple Launch Rocket System (MLRS) degli Usa. (Ansalatina)

WASHINGTON.  – Joe Biden sembra pronto a rompere gli indugi inviando armi più potenti a Kiev per arginare la lenta ma progressiva avanzata dei russi nel Donbass, dove l’esercito ucraino comincia a scontare l’inferiorità di uomini e mezzi.

La Casa Bianca, secondo la Cnn, sta preparando un nuovo pacchetto di aiuti militari che dovrebbe includere anche sistema di missili a lungo raggio.

Si tratta del Multiple Launch Rocket System (MLRS)  e dell’High Mobility Artillery Rocket System, noto anche come HIMARS, una versione più leggera del primo ma capace di sparare lo stesso tipo di munizioni. Entrambi i sistemi possono lanciare da veicoli mobili raffiche di razzi sino a 300 chilometri contro bersagli terrestri. Ben oltre quindi gli obici Howitzers forniti finora, che hanno una gittata massima di 25 chilometri, e dei missili anti-tank Javelin o di quelli antiaereo Stinger.

Sono armi chieste da tempo dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky e che potrebbero essere il punto di svolta per spezzare l’accerchiamento russo a est. Anche Londra sta valutando l’invio di questo tipo di missili, insieme agli Usa. “Penso potrebbero essere un ‘gamechanger'”, conferma il deputato democratico Jason Crow, che faceva parte della delegazione Usa in visita a Kiev nelle scorse settimane. L’artiglieria russa, che ha una gittata di circa 50 chilometri, “non si avvicinerà ai centri urbani ucraini se i sistemi MLRS saranno posizionati lì”, spiega, aggiungendo che in tal modo si neutralizzerà la tattica russa dell’assedio.

Finora Biden aveva frenato sull’invio di armi più potenti, nel timore che Kiev potesse usarle per lanciare attacchi dentro il territorio russo, col rischio di una escalation e di un allargamento del conflitto. Attacchi che peraltro Kiev avrebbe già condotto, anche se non ha mai né confermato né smentito. E Mosca ha già ammonito diverse volte che ogni minaccia al suo territorio rappresenterà una rilevante escalation e che chi fornisce armi all’Ucraina diventa un legittimo bersaglio dell’esercito russo. Per questo in precedenza il Commander in chief aveva bloccato l’idea delle triangolazioni con Varsavia per far avere Mig polacchi di epoca sovietica a Kiev.

I timori restano, ma l’amministrazione Biden sembra ormai orientata a dare disco verde all’artiglieria a lunga gittata per evitare il collasso delle forze ucraine nel Donbass, che consentirebbe al Cremlino di ipotecare tutta la fascia sud-orientale del Paese e, forse, di rilanciare l’offensiva sul resto dell’Ucraina. Le preoccupazioni che Mosca veda questa mossa come una provocazione sono state discusse in alcune riunioni nei giorni scorsi alla Casa Bianca e, per ora, la decisione non è stata ufficializzata.

Dal capo del Pentagono Lloyd Austin è arrivato solo un ‘no comment’. Un’altra questione affrontata è il rischio, per ora considerato basso, di ridurre le scorte americane di armi costose e più avanzate sotto quella che è considerata la soglia di sicurezza. Per questo i vertici della difesa si sono incontrati con il Ceo di Lockheed Martin la scorsa settimana discutendo del rafforzamento della produzione di MLRS.

“Le armi pesanti sono in cima alla nostra agenda, e altre ne arriveranno”, ha twittato il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba dopo l’ennesima telefonata con il segretario di stato Usa Antony Blinken. Quest’ultimo, dal canto suo, ha accusato il Cremlino di continuare “a usare il cibo come arma e a diffondere false  affermazioni sulle sanzioni degli Stati Uniti”. I capi delle due diplomazie si sono impegnati a “lavorare fianco a fianco” per risolvere “la crisi alimentare globale causata dall’invasione del presidente Putin”.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA).

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