Papa Francesco insiste per la pace, pregherà con famiglia ucraina

Papa Francesco saluta i fedeli dalla sua finestra e una bandiera con la scritta "Pace"
Papa Francesco saluta i fedeli dalla sua finestra e una bandiera con la scritta "Pace". ANSA/FABIO FRUSTACI

CITTÀ DEL VATICANO. – Ancora un appello per la pace arriverà da Papa Francesco martedì 31 maggio, al termine del mese mariano. Nella basilica di Santa Maria Maggiore pregherà il rosario e accanto a lui ci sarà anche una famiglia ucraina.

In collegamento con la basilica romana, per sostenere questa nuova iniziativa del Pontefice per la fine del conflitto in Ucraina, ci saranno i più importanti santuari mariani del mondo. Tra questi ci sarà quello di Zarvanytsia, proprio in Ucraina. Ma si pregherà anche dalla Siria e dall’Iraq, dalle Filippine e dalla Nigeria, da Loreto, Pompei, Medjugorje, Jasna Gora, Lourdes e dal santuario messicano della Madonna di Guadalupe, patrona dell’America Latina e tanto cara al Pontefice argentino.

Dopo la Via Crucis al Colosseo, con la stazione che aveva visto pregare insieme una donna ucraina e una russa, rispetto alla quale dall’Ucraina era arrivato un moto di contrarietà e dispiacere, questa volta il Vaticano sceglie una linea diversa, quella di stare accanto al popolo aggredito, così come anche a tutti gli altri Paesi vittime delle guerre.

Una scelta verosimilmente frutto dell’esperienza diretta, fatta qualche giorno fa, con la sua missione in Ucraina, dal Segretario per i Rapporti gli Stati, mons. Paul Richard Gallagher. A Leopoli e Kiev l’inviato del Papa non solo ha ribadito la disponibilità della Santa Sede a facilitare il processo di pace ma ha anche insistito sulla vicinanza del Papa al popolo ucraino, fugando i dubbi di quella Chiesa locale che non aveva compreso alcune scelte, come quella della Via Crucis, appunto, o come l’affermazione del Papa di volere andare a Mosca.

Il Papa pregherà davanti alla statua di Maria Regina Pacis, l’opera scultorea voluta da Benedetto XV e realizzata dallo scultore Guido Galli, all’epoca vicedirettore dei Musei Vaticani, per chiedere alla Vergine la fine della Prima Guerra Mondiale nel 1918.

“Come segno di vicinanza a chi è più coinvolto nelle dinamiche di questi tragici eventi – spiega il Pontificio Consiglio per la Nuova evangelizzazione -, sono stati invitati a recitare le decine del Rosario: una famiglia ucraina, persone legate a vittime di guerra e un gruppo di cappellani militari con i rispettivi corpi”.

Ci saranno poi ragazzi e giovani: un gruppo di quelli che ha appena ricevuto la prima comunione e la cresima, gli scout, insieme ad alcune parrocchie e alla comunità ucraina che vive a Roma. In basilica anche la Guardia svizzera e la Gendarmeria vaticana, ‘eserciti’, questi, a servizio del Papa e della pace.

(di Manuela Tulli/ANSA)

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