MADRID — Il premier Pedro Sánchez si dice sicuro: la Spagna sta “contenendo” l’impatto economico provocato dalla guerra in Ucraina “molto meglio” di altri Paesi. E, per questo, la previsione di Madrid di una crescita del 4,3% per il 2022 rimane realistica, secondo il presidente.
“Non siamo immuni a questo shock”, ha detto nel corso del World Economic Forum di Davos, “ma la forza dell’economia spagnola ci permette di avere ragioni per essere ottimisti”.
Sánchez si è presentato all’annuale appuntamento dell’elite politico-economica internazionale in Svizzera con l’obiettivo di attrarre nuovi investitori, come si deduce da una agenda zeppa di incontri con alti responsabili di grosse aziende multinazionali, in particolare nel settore tecnologico. Non a caso, proprio mentre il premier interveniva al forum, a Madrid il governo era riunito in Consiglio dei Ministri per approvare un piano d’investimenti da oltre 12 miliardi di euro per dare slancio al settore di microchip e semiconduttori. “Vogliamo diventare il miglior partner dell’industria per espandere e diversificare la produzione per dare risposta all’aumento della domanda de evitare interruzioni della catena di distribuzione”, ha spiegato il premier spagnolo riferendosi a un ambito produttivo sempre più cruciale nel mondo d’oggi.
In termini più generali, Sánchez crede che, “a medio e lungo termine”, “le fondamenta dell’economia spagnola” sono “ancora più solide” che nell’immediato: in particolare, ha spiegato, tra i punti a favore del Paese c’è l’ampia quantità di aiuti europei garantiti dal piano di ripresa economica europeo post-pandemia (il cosiddetto Next Generation EU).
“Siamo il Paese europeo di gran lunga più avanti nell’implementazione dei piani di attuazione del Next Generation EU”, ha affermato Sánchez. “Il piano sta già trasformando la nostra economia”, ha aggiunto. Un altro “pilastro” della “visione” economica spagnola per il futuro è la “creazione di impieghi stabili e di qualità” grazie alla riforma del mercato del lavoro approvata a inizio anno.
Poco prima, in un’intervista concessa al canale statunitense CNBC, Sánchez aveva inoltre sostenuto che la Spagna, insieme al resto del sud d’Europa, può “offrire una risposta alla riduzione di forniture di gas dalla Russia” grazie al fatto che il Paese detiene “il 37% delle infrastrutture di rigassificazione” europee.
Redazione Madrid