Presidente Mattarella: “Nazionalismi danno immane che frena il dialogo”

La facciata di Palazzo Chigi, sede del governo, con i colori della bandiera ucraina.
La facciata di Palazzo Chigi, sede del governo, con i colori della bandiera ucraina. (Filippo Attili/Ufficio Stampa e della Comunicazione della Presidenza del Consiglio)

ROMA. – Dalla guerra in Ucraina emergono plasticamente due visioni contrapposte del mondo: da una parte l’uso del nazionalismo sfrenato dal sapore ottocentesco; dall’altra il liberalismo al servizio della libertà e dei diritti individuali.

Sergio Mattarella, in una giornata dedicata al ricordo della strage di Capaci, torna sull’invasione russa dell’Ucraina, ne analizza le spinte politiche e sintetizza il tutto con una riflessione: “i continui progressi dell’integrazione europea – che personalmente auspico sempre più ampi e veloci – richiedono un dialogo costantemente intenso tra gli ordinamenti nazionali e tra le diverse tradizioni costituzionali. Questo vale, in particolare, per quanto attiene ai diritti e alle libertà fondamentali unitamente alla promozione dello Stato di diritto, carattere ineludibile del modello europeo di democrazia”.

Apertura e dialogo, per il presidente della Repubblica, non trovano spazio nelle autocrazie. Anzi, sottolinea riferendosi alla Russia senza citarla, “l’isolamento, l’esaltazione nazionalistica, le barriere frapposte all’esercizio dei diritti fondamentali, alimentano diffidenze e tensioni, generano conflitti, producono danni immani alla sorte delle persone e dei territori”.

Una puntualizzazione che il capo dello Stato fa incontrando al Quirinale l’Assemblea generale dell’Aca-Europe che riunisce le Supreme Corti Amministrative europee e i Consigli di Stato di tutti i Paesi dell’Unione europea. Questo perchè, osserva Mattarella, “la guerra nel cuore dell’Europa, sta riproponendo quegli stessi orrori di cui l’Italia conserva ancora il ricordo e che mai avremmo immaginato che si ripresentassero nel nostro Continente”.

Incubi del passato che mettono a rischio i “valori fondanti della nostra convivenza”. Di fronte a tutto ciò non si può restare terzi, fermi a guardare. “La violenza della prevaricazione pretende di sostituirsi alla forza del diritto. Con tragiche sofferenze per le popolazioni coinvolte. Con grave pregiudizio per il sistema delle relazioni internazionali. Il ripristino degli ordinamenti internazionali, anche in questo caso, è – scandisce il presidente – fare giustizia”. Serve quindi “lucidità per far prevalere la causa della giustizia che è al servizio della libertà e della democrazia”.

(di Fabrizio Finzi/ANSA)

Lascia un commento