Arriva RePowerEu, 300 miliardi per indipendenza da Mosca

Il logo della compagnia di gas russa Gazprom illuminato di fronte all'ufficio del primo ministro a Mosca. ANSA/SERGEI ILNITSKY

BRUXELLES.  – Trecento miliardi per l’indipendenza energetica dalla Russia entro il 2027. L’Europa, dopo settimane di riunioni, passa ai fatti e vara il RePowerEu con cui rivoluziona la strategia energetica messa a punto prima della guerra in Ucraina e redistribuisce diversi miliardi catalogati nel Next Generation Eu.

Risparmio sulla domanda energetica, diversificazione delle forniture, accelerazione sulle rinnovabili: sono questi i tre pilastri del piano di contrattacco alla dipendenza dal gas russo. “Dobbiamo ridurla il più rapidamente possibile e lo possiamo fare”, è la sentenza della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.

É un piano complesso, il RepowerEu. Con cui Bruxelles da un lato certifica la nascita di una piattaforma comune per gli acquisti di gas, idrogeno e gnl e dall’altro ribadisce il suo scetticismo al price cap, prevedendolo solo in caso di stop totale alle forniture di gas. E poi c’è il punto più importante, quello dei finanziamenti.

La fetta principale non sarà composta da soldi freschi ed è legata a doppio filo con il Recovery: 225 sono infatti i miliardi dei prestiti non ancora chiesti dai Paesi membri. Prestiti che, entro trenta giorni dall’approvazione del nuovo regolamento, le capitali europee potranno chiedere per gli obiettivi contenuti nel RePowerEu.

L’Italia ha già raggiunto il tetto per i “loans” previsti dal Pnrr, pari al 6,8% del Reddito Nazionale Lordo. Ma se, dopo che tutti i Paesi avranno inoltrato le proprie domande per il prestito, nel tesoretto da 225 miliardi resteranno ancora risorse, Roma potrà sforare il tetto previsto

Non solo. Il RepowerEu prevede circa 72 miliardi di euro di sovvenzioni aggiuntive composte dai fondi di coesione (26,9 miliardi), dai fondi della Politica agricola comune (7,5 mld) e da 20 miliardi di ricavi dal sistema Ets che saranno ripartiti secondo gli stessi criteri del Recovery. Di fatto, spiegano fonti europee, i Paesi potranno aggiungere un capitolo ai loro Pnrr. Basterà?  “Prima o poi ci troveremo di fronte alla domanda se abbiamo fondi sufficienti per finanziare tutti i bisogni che abbiamo”, ha ammesso il vice presidente della Commissione Frans Timmermans alimentando le speranze di chi, anche in Italia, chiede un vero e proprio Recovery dell’energia.

Per Palazzo Chigi, il RePowerEu. è “uno sviluppo positivo”. Ma sul price cap le distanze tra Roma e Bruxelles restano. “L’Ue deve avere il coraggio di imporre un tetto massimo al prezzo del gas”, ha ribadito il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Il piano Ue, per ora, si limita a dare la possibilità ai singoli Stati di regolamentare i prezzi a livello nazionale e per il consumatore finale.

A livello europeo il price cap scatta invece solo se si chiudono i rubinetti del gas verso l’Ue. E comunque tale misura non dovrà danneggiare quello che è il vero cruccio di Bruxelles: attrarre energia da fonti alternative. Non a caso il RepowerEu prevede appalti congiunti per l’acquisto di energia e un approccio comune ai fornitori. “É capitato che un Paese abbia ricevuto telefonate da più capitali europee che gli chiedevano tutti del gas…”, ha osservato una fonte europea.

L’obiettivo resta liberarsi dal giogo energetico russo. Entro l’anno l’Ue punta a tagliare i 2/3 delle forniture, per arrivare a zero entro il 2027. Per farlo nucleare e carbone aumenteranno del 5% nel mix energetico. Olanda, Danimarca, Belgio e Germania, in un vertice a Esbjerg, hanno siglato un’intesa per quadruplicare la capacità eolica offshore entro il 2030 e fare del Mare del Nord “il più grande centro di energía sostenibile d’Europa”.

Nel frattempo l’Ue è tornata sul nodo rubli che vede, tra l’altro, l’Eni protagonista. “Pagare Gazprom in euro e dollari non viola le sanzioni”, ha spiegato la Commissione senza precisare, questa volta, che l’apertura del secondo conto presso Gazprombank sia una violazione del regolamento. Un mezzo dietrofront che ridisegna l’ormai nota “zona grigia” lasciando ogni chiarimento al summit di maggio.

(di Michele Esposito/ANSA).

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