Il Difensore Civico considera “legale” l’attività di sorveglianza a 18 indipendentisti

Ángel Gabilondo

MADRID — Attività svolte “nel rispetto della Costituzione e della legge”. È quanto stabilito dal Difensore civico spagnolo riguardo alle azioni di sorveglianza — attraverso intercettazioni — realizzate dai servizi segreti nazionali nei confronti 18 persone legate a movimenti indipendentisti. Una conclusione arrivata al termine di verifiche sul tema condotte dopo che esponenti del secessionismo catalano avevano denunciato una presunta operazione di spionaggio illegittima ai loro danni. Denunce che hanno dato il la al cosiddetto ‘caso Pegasus’ (dal nome del malware che sarebbe stato utilizzato per intercettarli): una polemica che ha avuto ripercussioni politiche non secondarie, soprattutto per le tensioni prodottesi all’interno della maggioranza di governo, in parte sostenuta da partiti secessionisti che si considerano parte lesa in questo scandalo.

Il fatto che, in effetti, il Centro Nazionale dell’Intelligence (CNI) avesse spiato alcuni leader indipendentisti, con autorizzazione giudiziaria e quindi legalmente, era già emersa all’inizio di maggio, quando l’allora direttrice dei servizi segreti, Paz Esteban, mostrò in una commissione parlamentare a porte chiuse i permessi dei giudici per intercettare 18 persone legate al secessionismo. Secondo notizie apparse precedentemente su media e un report di un gruppo di ricercatori, gli indipendentisti spiati con Pegasus erano stati oltre 60. La numero uno del CNI ha detto di non sapere nulla di eventuali ulteriori operazioni di sorveglianza oltre a quelle autorizzate.

Da parte sua, il Difensore civico aveva iniziato attività di verifica sull’operato del CNI già prima di quell’intervento parlamentare di Esteban. Nel corso di questo lavoro, l’istituzione ha stabilito che le intercettazioni ai 18 separatisti sorvegliati erano state realizzate in modo legale, con autorizzazioni giudiziarie “ampiamente motivate”.

Al di là di queste conclusioni, l’istituzione diretta dal socialista Ángel Gabilondo raccomanda di “aprire una riflessione” sulla possibilità di “perfezionare” i meccanismi di controllo giudiziario sulle possibilità di sorvegliare e intercettare cittadini, visto che quelli attuali sono stati stabiliti vent’anni fa e, nel frattempo, ha avuto luogo “un’impressionante evoluzione tecnologica” anche per quanto riguarda software di spionaggio come Pegasus.

Redazione Madrid

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