In un liceo di Ravenna arriva il registro ‘alias’

Studenti del liceo Einstein a Milano in strada con i loro computer per protesta contro la Dad anti-Covid.
Studenti del liceo Einstein a Milano in strada con i loro computer per protesta contro la Dad anti-Covid. Ansa/Matteo Corner

RAVENNA. – A scuola con il nome e il genere d’elezione sul registro di classe. È quanto potrebbe accadere presto al liceo artistico di Ravenna ‘Nervi Severini’, dopo l’annuncio fatto dalla scuola alla vigilia della Giornata internazionale contro l’omotransfobia. Nella prossima riunione del Consiglio d’istituto sarà presentata la proposta per un nuovo regolamento che prevede il ‘carriera alias’.

L’istituto, cioè, indicherà in tutti i documenti interni a valore non ufficiale, a partire dal registro elettronico, il nome e il genere scelto dallo studente, anche se diverso da quello riportato sulla carta d’identità. “Si tratta di un accordo tra scuola, studente e famiglia (nel caso di studente minorenne), per favorire il benessere psicologico della persona che, vivendo una situazione di varianza di genere – spiega la scuola – può vedersi riconosciuto il proprio vissuto attraverso il di- ritto ad essere nominato/a, in ambito scolastico, col nome di elezione”.

L’iniziativa, già intrapresa in altre scuole d’Italia, serve a non costringere lo studente a continui coming-out. L’alunno verrà infatti indicato con lo stesso nome anche nell’indirizzo di posta elettronica e nei vari elenchi scolastici. “La nostra azione parte da un paio di richieste ricevute e che ci sembra assolutamente corretto accogliere”, spiega il preside Gianluca Dradi che nel 2019 si era fatto conoscere per non aver voluto cancellare la scritta ‘il preside è gay’ apparsa su una parete del plesso con l’intento di lanciare il messaggio che quella falsa attribuzione non era offensiva.

La stessa scuola è frequentata da Greta, giovane transessuale conosciuta in zona per aver ottenuto il nome d’elezione sull’abbonamento dell’autobus. “Già ora i docenti chiamavano i ragazzi col nome d’elezione, ma vogliamo che questa non sia una concessione ma un diritto”, racconta il dirigente scolastico. Nella scuola c’è anche uno studente che non si riconosce né nel maschile né nel femminile.

“Ci ha chiesto di chiamarlo per cognome e noi così facciamo”, afferma Dradi, il quale dice che il liceo si sta anche “attrezzando per l’individuazione di servizi igienici e spogliatoi dedicati in modo che tutti si possano trovare a loro agio”. All’interno dell’istituto “abbiamo anche persone che praticano il cross-dressing nel massimo rispetto generale – aggiunge il preside – Vogliamo proseguire nella strada dell’inclusione”.

“Quando un’istituzione ascolta le giovani voci si raggiungono grandi risultati e stiamo tutte e tutti un po’ meglio perché abbiamo raggiunto un altro step verso il vero benessere collettivo”, commenta Ciro Di Maio, presidente Arcigay Ravenna. La scuola di Ravenna è uno degli istituti apripista sulla ‘carriera alias’ che sta vedendo università e scuole offrire la possibilità agli studenti transgender di vedere riconosciuto il genere in cui si identificano.