Il Governo introduce i congedi mestruali e “blinda” il diritto all’aborto

MADRID — Permessi “speciali” per donne lavoratrici con dolori mestruali “invalidanti” e diritto all’aborto “blindato”. Sono due delle principali novità di un nuovo progetto di legge presentato dal governo spagnolo, dopo una prima approvazione in Consiglio dei Ministri. Un annuncio resosi particolarmente atteso dopo che, in seguito ad indiscrezioni emerse nei giorni scorsi, si era acceso un intenso dibattito pubblico in particolare sulla possibile introduzione dei cosiddetti “congedi mestruali”. “Avanziamo in femminismo. Le donne devono poter decidere liberamente sulle loro vite”, ha commentato su Twitter il premier Pedro Sánchez.

“Il messaggio è chiaro: il ciclo non sarà più un tabù”, ha affermato in conferenza stampa la ministra delle Pari Opportunità, Irene Montero, che ha ricalcato in particolare il fatto che la Spagna diventa così “il primo Paese d’Europa a regolamentare” congedi di questo tipo. “È finito il tempo di andare a lavoro con dolori o dopo esserci imbottite di pastiglie”, ha aggiunto.

La ministra ha spiegato che, per accedere ai congedi mestruali, non sarà necessario aver versato in precedenza contributi alla previdenza sociale (la cosiddetta ‘Seguridad Social’), a patto però che da parte di un medico venga certificato che il ciclo mestruale della richiedente è “associato a un dolore invalidante”, una condizione spesso “legata ad altre patologie”. Prima della conferenza stampa odierna, aveva già spiegato che non sarebbe stato previsto un limite di giorni per i permessi, la cui durata sarà perciò variabile a seconda dei casi.

Questi congedi sono inseriti in un progetto di legge più ampio sui “diritti sessuali e riproduttivi” delle donne, in particolare su quello all’aborto. Il testo comprende, in particolare, misure come la soppressione dell’obbligo di permesso dei genitori per avere accesso all’aborto nel caso delle ragazze di 16 e 17 anni, la garanzia che ogni richiedente possa trovare sanitari disponibili a praticare l’aborto nel centro sanitario pubblico “più vicino” a dove vive, pur mantenendo la “compatibilità” con l’obiezione di coscienza, e l’eliminazione di un “periodo di riflessione” obbligatorio di tre giorni. Norme con cui il governo di centro-sinistra attualmente in carica punta a rafforzare il diritto all’interruzione volontaria della gravidanza, in un periodo in cui all’interno dei partiti di destra, appaiono in fase di ascesa correnti antiabortiste.

Il progetto di legge approvato oggi include anche altri provvedimenti come la messa a disposizione gratuita di “pillole del giorno” dopo nelle ASL, l’estensione dell’educazione sessuale obbligatoria in tutte le tappe dell’istruzione e la proibizione delle pubblicità da parte di agenzie d’intermediazione per la maternità surrogata (una pratica proibita in Spagna). In aggiunta, verrà introdotto un congedo per maternità a partire dalla settimana 39 di gravidanza che non comporterà una riduzione di quello post-parto.

Il testo, ha spiegato Montero, sarà sottoposto a un secondo passaggio in Consiglio dei Ministri e poi inizierà il proprio iter parlamentare attraverso un “procedimento d’urgenza” per far sì che venga approvato “il prima possibile”. In totale, le novità introdotte dalla legge costeranno alle casse pubbliche circa 104 milioni di euro.

Redazione Madrid

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