BOLOGNA. – Un dossier con la stampa di tutte le testimonianze di molestie accadute durante l’ultima adunata degli Alpini è sulla scrivania del sindaco di Rimini, la città che ha ospitato il raduno lo scorso weekend. Un gesto simbolico delle attiviste di ‘Non una di meno’ per chiedere una risposta a tutte coloro che si sono sentite offese, molestate, o che hanno subito violenze in quelle giornate.
La bufera sulle penne nere non accenna a raffreddarsi e, anzi, crea spaccature nel Pd locale e comincia a creare fibrillazione anche in Friuli Venezia Giulia dove già si guarda all’adunata del 2023, in programma a Udine. “Abbiamo voluto stampare queste testimonianze, in forma anonima per tutelare chi le ha inviate, per sottolineare la realtà e la concretezza dei fatti. Con questo gesto invitiamo il sindaco e tutta la giunta comunale all’assemblea pubblica di giovedì 19 maggio”, spiega ‘Non una di meno’ consegnando il plico al primo cittadino Jamil Sadegholvaad, reo secondo le attiviste di non aver ancora dato una “risposta” alle segnalazioni delle donne e delle ragazze che nei giorni dell’Adunata non si sono sentite a proprio agio e che sentono di essere state molestate.
L’assemblea è pensata in chiave costruttiva. “Non vogliamo promuovere questo incontro per parlare di quello che è accaduto ma per discutere e organizzarci affinché questi eventi non accadano mai più”. A Rimini tra l’altro le attiviste sono state vittime di un blitz di Movimento nazionale, con lo striscione al Ponte Tiberio che recita ‘Femministe moleste, giù le mani dagli Alpini’.
La vicenda lascia non pochi strascichi nel Pd riminese dove si è aperto un ‘caso nel caso’. Dopo l’ondata di polemiche per le molestie segnalate durante il raduno delle penne nere hanno sollevato un polverone le dichiarazioni della Conferenza delle donne dem che invitavano a evitare “toni accusatori e qualunquistici” e chiedevano alle vittime di sporgere formali denunce.
La coordinatrice, Sonia Alvisi, che è anche consigliera per la Parità di genere in Regione su nomina del Ministero del Lavoro, si è dimessa. Dice di essere stata strumentalizzata e in una nota chiarisce che il suo “passo indietro” è propedeutico ad avviare “riflessioni necessarie”.
A mancare è stato il confronto interno, lamenta Filippo Sacchetti, segretario del Pd riminese, che con la Alvisi non ha ancora avuto un chiarimento. “Al di là della vicenda degli Alpini – aggiunge – queste dimissioni ci segnalano che una discussione interna al partito va aperta”. Dimissioni, con i retroscena comparsi sulla stampa di irritazioni ai piani alti del Nazareno, che danno il la alla destra di accusare il partito di Enrico Letta di “epurare” suoi rappresentanti.
Intanto ad altre latitudini, in vista della prossima adunata fissata per il 2023 a Udine, le attiviste locali di ‘Non una di meno’ già promettono solidarietà alle colleghe riminesi: “Vogliamo distruggere il patriarcato”. La prossima adunata per ora sul territorio non è messa in discussione. Il governatore Massimiliano Fedriga ritiene “inaccettabile” mettere sotto processo il corpo degli Alpini ed è “100%” favorevole alle adunate. Il sindaco di Udine non ha il minimo dubbio: l’adunata 2023 si farà. Anche le donne Pd triestine si schierano contro un ipotetico divieto di adunata.
(di Stefania Passarella/ANSA)