Von der Leyen vola da Orban in missione sanzioni

Orban al Cremlino ricevuto da Putin
Orban al Cremlino ricevuto da Putin . Archivio.(Archivio. Epa)

BRUXELLES.  – Chiuse le celebrazioni per la festa dell’Europa, in cui si è tratteggiato un futuro diverso per l’Unione, in cui il potere di veto dei singoli Stati membri possa essere ridotto per stare al passo coi tempi e con le sfide, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen è volata in Ungheria, dove invece avrà a che fare col presente – ovvero un Viktor Orban determinato a vendere cara la pelle sull’embargo al petrolio russo, determinante per l’economia del Paese.

Proprio questa mattina, infatti, il ministro degli Esteri Peter Szijjarto, intervenendo in Parlamento, ha ribadito che l’Ungheria non voterà a favore del sesto pacchetto di sanzioni dell’Ue contro Mosca, che dovrebbe includere un embargo graduale al petrolio russo. E questo nonostante le deroghe già accordate a Budapest – oltre che a Bratislava e Praga – assai migliorative. “I 27 – spiega una fonte – sono comprensivi nei confronti dell’Ungheria, nonché degli altri Paesi dell’est in difficoltà sul greggio, perché capiscono le limitazioni di chi non ha l’accesso al mare”. Sta di fatto però che il via libera al sesto pacchetto sanzioni non arriva e ogni giorno che passa l’Ue si dimostra inadempiente rispetto agli obiettivi che lei stessa si è data.

Un’altra fonte, però, racconta di richieste “folli” di Budapest, cioè di un’esenzione “totale” all’embargo al petrolio.

Qui si uscirebbe dal reame della comprensione. Anche perché i 27 si sono detti pronti a offrire delle “garanzie energetiche” ai Paesi più in difficoltà. Ecco dunque spiegata la missione ungherese di von der Leyen: illustrare la proposta modificata della Commissione, portando la discussione ad un livello più alto (uscendo dunque dai limiti del Coreper, il comitato che riunisce i rappresentanti permanenti presso l’Ue, organo che ha ampio potere di manovra ma, evidentemente, non sufficiente per sbloccare l’impasse attuale). Coreper che, a quanto si apprende, si riunirà non prima di mercoledì. D’altra parte, bucata la deadline del 9 maggio, per l’appunto Festa dell’Europa, ora non ci sono scadenze preconfezionate. Morale: si potrebbe andare per le lunghe.

(di Mattia Bernardo Bagnoli/ANSA).

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