Giorgia Meloni: “Nessun piano B per il centrodestra, vertice a giorni”

La leader del partito Giorgia Meloni chiude i lavori della conferenza programmatica di Fratelli d'Italia al MiCo a Milano, 1 maggio 2022.
La leader del partito Giorgia Meloni chiude i lavori della conferenza programmatica di Fratelli d'Italia al MiCo a Milano, 1 maggio 2022.ANSA/MOURAD BALTI TOUATI

ROMA. – Per Fratelli d’Italia il campo è uno solo e sempre lo stesso: il centrodestra. Giorgia Meloni rivendica coerenza e resta ‘monogama’ negli schieramenti di partito: “Noi non abbiamo un piano B, c’è solo il centrodestra”. E’ un mantra che la leader non smette di ricordare agli alleati: sono loro ad aver scelto altre strade, sostenendo il governo Draghi. E altre ancora che “magari prenderanno in considerazione. Ma io no”, assicura.

Né transige su chi dubita della sua lealtà. “Se c’è una cosa chiara è che io non faccio gli interessi di Fratelli d’Italia”, ribatte a Matteo Salvini che giorni fa aveva osservato: “Meloni legittimamente mette prima di tutto l’interesse del partito e ne ha il diritto”. La presidente di FdI quindi fa notare che “sarebbe stato facile per me andare al governo, per avere maggiore agibilità di quella che ha un partito all’opposizione”.

Un attacco sottile a Lega e Forza Italia nel giorno in cui i due partiti cantano vittoria per l’accordo sulla riforma del catasto, “senza nuove tasse sulla casa”. Lei ne resta fuori, in quanto opposizione (“Se fosse vero, sarebbe un’ottima notizia”, si limita a dire). E va in tour elettorale in Lombardia. Il centrodestra di governo si vede a Roma invece, un vertice mattutino.

Da lì esce l’intesa da sottoporre a Draghi. Un risultato ottenuto grazie alla possibilità di trattare dall’interno con il governo, è la tesi del coordinatore azzurro Antonio Tajani: “Così si possono risolvere i problemi degli italiani”, mentre “non stando al governo, è più difficile difendere quei principi”. Schermaglie che continuano dunque, in attesa di un confronto a tre che manca da mesi, sfiorato lo scorso weekend e ora appeso ufficialmente all'”incastro delle agende” dei leader nei prossimi giorni.

Punto fermo della coalizione è l’unità necessaria per vincere. Un traguardo che sembrerebbe raggiunto perfino a Palermo, dove le ‘faide’ si sono ricomposte e dai tre candidati sindaci si è passati a uno: Roberto Lagalla, sostenuto dall’Udc e ora unico nome del centrodestra per le comunali di giugno. FdI ha ritirato dalla corsa la sua Carolina Varchi ma non cede il bersaglio più ambito: il mandato bis di Nello Musumeci alla guida della Regione Sicilia.

“Non vedo ragioni per non confermarlo. Il contrario sarebbe sbagliato”, insiste Meloni. E con altrettanta fiducia attende la fine di un governo che secondo lei ha le ore contate: “Penso che la crisi di governo si rischi da diverso tempo e penso anche che sia una buona notizia”, chiosa.

(di Michela Suglia/ANSA)

Lascia un commento