Presidente Mattarella: “L’Italia ha vocazione di pace, noi con Ucraina”

Braga - Il Presidente Sergio Mattarella con il Presidente del Portogallo Marcelo Rebelo de Sousa e il Re di Spagna Felipe VI nel corso dell'intervento al COTEC, oggi 4 maggio 2022
Braga - Il Presidente Sergio Mattarella con il Presidente del Portogallo Marcelo Rebelo de Sousa e il Re di Spagna Felipe VI nel corso dell'intervento al COTEC, oggi 4 maggio 2022. (Foto di Paolo Giandotti - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

BRAGA. – L’Italia sta con l’aggredito e non con l’aggressore e quindi con l’Ucraina. Non ci può essere alcun distinguo perché è in gioco il futuro dell’Europa. Sergio Mattarella vola a Braga, graziosa cittadina del nord del Portogallo, per partecipare ai tradizionali lavori informali del Cotec, un format che riunisce Spagna, Italia e Portogallo per favorire l’integrazione europea.

“Innovazione e tecnologia” era il tema della riunione programmata da mesi. Ma la guerra aperta dalla Russia stravolge le discussioni e inevitabilmente si parla di come l’Europa debba reagire all’invasione. Il presidente della Repubblica prende la parola per primo al teatro Circo di Braga e, davanti al re di Spagna Felipe VI e al presidente portoghese Marcello Rebelo de Sousa, non ci gira intorno:

“Le devastazioni di luoghi nel cuore dell’Europa, le vite spezzate, l’attentato recato alla libertà e indipendenza di un Paese, immaginavamo appartenessero a un passato remoto. Siamo a fianco – spiega Mattarella – delle ragioni del popolo ucraino e, mentre è in gioco il destino dell’Europa, appare più che mai necessario avere il coraggio di guardare al futuro”.

Una premessa per sgombrare subito il campo da ogni retropensiero sulla posizione dell’Italia, alla quale però il capo dello Stato fa seguire una riflessione sull’obiettivo vero della reazione dell’occidente: la pace. La cultura di pace, spiega, è parte fondante dell’Unione europea e addirittura rappresenta l’architrave della Repubblica.

Mattarella infatti si fa precedere a Braga da un messaggio inviato all’esercito attraverso il quale chiude il ragionamento: “La politica di difesa incardinata nella nostra Costituzione sottolinea la vocazione alla pace dell’Italia, testimoniata dalla partecipazione agli organismi multilaterali e alle alleanze internazionali a cui ha aderito dopo la Liberazione”.

Ma non solo, il presidente non si sottrae al tema del Cotec e ricorda come tecnologia e innovazione non debbano seguire solo percorsi bellici, seguendo lezioni del passato: penso a “un avvenire in cui la tecnologia e l’innovazione non siano solo al servizio di sistemi di armamento sempre più distruttivi ma siano indirizzati al progresso dell’umanità”, rivela Mattarella.

Ecco che passato e futuro si incrociano nelle riflessioni del Quirinale. Il capo dello Stato è sempre più convinto che vada sfruttata l’onda lunga del processo d’integrazione e che, se l’Alleanza atlantica non è in discussione, è giunta l’ora che l’Unione si doti di una propria “autonomia strategica”. Il che comporta inevitabilmente la creazione di una “sovranità europea” ben più decisa, anche per quanto concerne il campo tecnologico e la Difesa.

Non fermarsi, quindi. Anzi, opporsi e non permettere all”aggressione russa di sfilacciare, o peggio spezzare, quei legami di valori che identificano l’Europa nel mondo. “I fili che legano i popoli europei fra loro, non possono venire meno per colpa di chi ha fatto ricorso alla brutalità della violenza e della guerra”, aggiunge.

Piena sintonia con Spagna e Portogallo, Paesi della sponda sud dell’Europa con i quali la comunicazione è facile e immediata. E’ stata una giornata di studio e festa che i tre leader hanno concluso con una lunga passeggiata, a braccetto, nelle vie del centro di Braga. Sicurezza discretissima, tanti applausi, selfie con cittadini e turisti che urlavano “viva la Spagna, viva l’Italia, viva il Portogallo”. Da questa porzione d’Europa la guerra appare come un anacronistico fantasma del passato. L’unione europea si mostra invece forte, vitale, acquisita.

(Dell’inviato Fabrizio Finzi /ANSA)

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