Calzature: tanti ordini, ma pagamenti russi bloccati

FERMO.  – “Le sanzioni alla Russia non le discutiamo, ma il governo deve metterci nelle condizioni di mantenere in vita le nostre aziende attraverso misure immediate e straordinarie, visto che c’è enorme difficoltà nelle transazioni economiche”.

Lo dice all’ANSA Valentino Fenni, vicepresidente nazionale di Assocalzaturifici, tracciando un bilancio della recente esperienza alla fiera Obuv di Mosca, a cui hanno partecipato una cinquantina di aziende italiane, tra cui 28 del Fermano.

Una presenza che non è passata inosservata e che ha suscitato anche qualche polemica alla luce della guerra in Ucraina e delle sanzioni alla Russia. “L’interesse verso le nostre scarpe – racconta Fenni – è immutato malgrado ciò che sta accadendo tra Russia e Ucraina, il problema è come evadere i pagamenti degli ordini che sono stati portati a casa”.

Il nodo di come pagare la merce, da parte dei buyer russi, resta cruciale e non scioglibile. “Dobbiamo solo sperare che la guerra finisca al più presto”, dice Luca Guerrini, amministratore di Blue star che produce scarpe da uomo a Montegranaro (Fermo).

“Aver portato in Italia ordinativi che poi non possono essere pagati serve a poco – spiega -. Il punto è che i nostri clienti non possono di fatto pagare la merce e questo crea un blocco insormontabile”. “Partiamo ad esempio dagli acconti che devono versare su un ordinativo – spiegano Fenni e Guerrini -. In genere si versa il 20-30% così che le nostre aziende possono avviare la produzione. I clienti russi vanno sì nelle loro banche ed effettuano il bonifico, ma la transazione viene bloccata negli istituti di credito italiani e spesso rifiutata e rispedita al mittente”.

E quindi “i russi si trovano per alcune settimane senza la loro liquidità e noi in attesa di una transazione che praticamente sempre non va a buon fine, col risultato che la commessa viene bloccata e quindi persa”. “Tutto  questo rischia di farci perdere per sempre i nostri clienti”, aggiunge Guerrini, ricordando che ci sono dei mercati, “Turchia e Cina su tutti, pronti a subentrare, dato che non applicano alcuna sanzione e le transazioni tra questi Paesi e la Russia sono ammesse”. “Sia chiaro – tiene a sottolineare Fenni -.

Quello che sta accadendo in Ucraina è sotto gli occhi di tutti e non mettiamo in discussione le sanzioni applicate a Mosca, ma le nostre aziende non sopravvivranno a tutto questo se non verranno messe in campo misure concrete, che vuol dire avere liquidità per pagare ad esempio gli stipendi o per acquistare le materia prime per garantire la continuità produttiva”. Guerrini pensa anche ai clienti ucraini: “abbiamo ripreso alcuni contatti con i buyer di Kiev, ma ovviamente non è immaginabile pensare oggi a tornare in questo mercato, che nel tempo era diventato molto importante per l’intero nostro comparto”.

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