Giro: dall’Etna al Mortirolo, tutti in fila per la “rosa”

Vincenzo Nibali in una foto d'archivio. (ANSA)

ROMA. – Discese ardite e risalite. É la sintesi del Giro d’Italia di ciclismo numero 105, pronto a spiccare il volo dall’Ungheria, e sará la quattordicesima volta dall’estero.

L’appuntamento con la grande partenza è fissato per venerdì 6 maggio a Budapest. L’Ungheria ospiterà anche le tappe 2 e 3, prima del ritorno in Italia dalla Sicilia. Lo spettacolo si annuncia entusiasmante e affascinante come solo il Giro: la corsa rosa resta un’icona tricolore di rigogliosa tradizione nazionalpopolare, a prescindere dal prestigio del lotto dei partenti quest’anno privo di alcuni grandissimi del pedale.

Non saranno infatti al via Primoz Roglic, Tadej Pogacar e Matej Mohoric, i tre sloveni che, negli ultimi anni, hanno vinto tutto. Non ci sarà nemmeno il baby-fenomeno belga Remco Evenepoel, recente trionfatore della Liegi, e neppure big sempreverdi come Froome, Geraint Thomas e Quintana, peraltro tutti vincitori del Giro. Anche Damiano Caruso ha scelto il Tour, così come Filippo Ganna che, nelle ultime edizioni del Giro ha dato spettacolo, a cronometro come nelle tappe in linea. Tra i presenti, la sfida sembra ristretta a Carapaz, Nibali e Dumoulin.

La carovana rosa, dopo l’inizio ungherese, procederà col naso all’insu fin dall’estremo lembo della Penisola con una tappa che, da Avola, porterà al rifugio Sapienza sull’Etna: 166 km e un dislivello di 3.590 metri. E’ il primo durissimo esame della corsa. La prima frazione attraverserà le strade del Barocco siciliano e Noto, in direzione del vulcano più alto d’Europa. La salita verrà approcciata da Ragalna, poi il versante di Nicolosi per gli ultimi 14 km.

Il Giro risalirà dalla Calabria verso la Basilicata: il primo week-end italiano avrà il sapore di una pizza “mare-monti”, dal momento che sabato 14 maggio la tappa 8 si snoderà per le strade di Napoli e il giorno dopo da Isernia al Blockhaus (187 km), con i corridori messi a dura prova già verso Rionero Sannitico. La corsa scollinerà a Roccaraso, poi scalerà per due volte la cima della Maiella. Dall’Abruzzo ancora su in Romagna, poi L’Emilia e la Liguria, con arrivo a Genova.

Nella parte finale della taoppa 12 (19 maggio), il Giro ricorderà i 43 morti della tragedia del Ponte Morandi (14 agosto 2018): i corridori passeranno sopra il viadotto San Giorgio.

Altro appuntamento importante domenica 22, con la Rivarolo Canavese-Cogne (177 km), nel tappone delle Alpi occidentali, caratterizzato da salite molto lunghe, ma senza grandi pendenze. Verrà costeggiata la Dora Baltea per entrare nella Vallée: il finale nel Parco nazionale del Gran Paradiso, che compie 100 anni. Oltre 46 degli ultimi 80 km saranno in salita. Il 24 maggio è da segnare in rosso perché la tappa 16, Salò-Aprica, proporrà 200 km di pura sofferenza: frazione classica della Valtellina con diverse salite, alcune delle quali tornano dopo anni.

Attraversata la Val Camonica verrà scalato il terribile Mortirolo, dal versante di Monno, per scendere a Grosio e percorrere le strade del vino Sforzato, cui è dedicata la tappa, scalando Teglio per giungere ad Aprica dal Valico di Santa Cristina.

Il giorno dopo ci sarà spazio per altre sfide in quota, con la Ponte di Legno-Lavarone (165 km), una frazione divisa in due parti, con partenza verso il Passo del Tonale. Dopo l’attraversamento dell’Adige, si scalerà la salita di Palù di Giovo (feudo dei Moser), passando dalla Valle di Mocheni per raggiungere Pergine Valsugana e il finale che da solo merita tutte le stellette di difficoltà della tappa. Dopo Pergine si scala il Passo Vetriolo da un versante inedito e la salita Menador con i tornanti stretti. Dopo il Gpm di Monte Rovere, l’arrivo.

Dopo un paio di tappe relativamente tranquille, il gran finale è fissato sabato 28 maggio con la Belluno-Marmolada (Passo Fedaia), di 167 km: è il classico tappone dolomitico, l’ultimo in salita. Da affrontare il Passo San Pellegrino (pendenze oltre il 15% dopo Falcade), seguito da Pordoi (Cima Coppi 2022) e Fedaia. Dopo 14 anni la Marmolada è di nuovo sede d’arrivo. Il giorno dopo a Verona, chi ne avrà, può sfidare anche il tempo. Ma solo uno si colorerà di rosa.

(di Adolfo Fantaccini/ANSA)

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