Tennis, Berrettini: “No a Parigi ma a Wimbledon per vincere”

La grinta di Matteo Berrettini.
La grinta di Matteo Berrettini. (ANSA)

MILANO. – Ha scoperto di essere bello quando sua nonna, da bambino, continuava a ripeterglielo. Ora Matteo Berrettini vuole anche scoprirsi vincente e griffare con il proprio nome uno degli slam. La riabilitazione al mignolo della mano destra operata a fine marzo “procede secondo i programmi” ma non c’è ancora una data di rientro stabilita: “Parigi è più no che sì – rivela durante un evento nella sede milanese di RedBull -, forse andrò direttamente sull’erba. Non voglio prendere rischi”.

Il Queen’s per difendere il titolo e riprendere confidenza con le partite, Wimbledon per entrare nell’olimpo del tennis: “L’anno scorso ho preso il palo perdendo la finale, la prossima volta spero di segnare”. Una dichiarazione d’intenti forte, ben consapevole però delle difficoltà: “Da un lato aver saltato questi mesi mi farà essere più fresco per la seconda parte di stagione, dall’altra rientrare in campo è sempre un’incognita”.

Proprio quella sconfitta contro Djokovic, unita a quella di pochi mesi fa all’Australian Open in semifinale contro Nadal, serviranno da molla. “Vincere è meglio ma perdere è molto più importante. Dopo le sconfitte ho sempre sentito una spinta più forte, la voglia di rivalsa che diventa stimolo. Forse è anche per questo che sono sempre tornato più forte dopo gli infortuni”.

Che sono la vera spina nel fianco di Berrettini, tra i ricorrenti problemi agli addominali e quella particella della mano rotta prima di Indian Wells che gli faceva sentire molto dolore. “Con il mio staff stiamo studiando i miei infortuni, non abbiamo rilevato criticità. Dopo l’operazione la mano va molto meglio”.

Una notizia rincuorante anche per la squadra di Davis che dal 14 al 18 settembre affronterà Croazia, Argentina e Svezia a Casalecchio di Reno (Bologna). Berrettini è deciso: “Sento che vincere uno Slam è più imminente per me ma la Davis è subito lì come obiettivo. Abbiamo una squadra molto forte in singolo, Fognini e Bolelli stanno facendo molto bene in doppio. Non sarà il girone più difficile di tutti ma la formula rende la competizione davvero imprevedibile”.

Stare bene di corpo, stare bene di testa. Lo stop forzato ha costretto Berrettini a saltare i tornei del cuore – Roma e Montecarlo – ma gli ha anche permesso di riscoprire le cene con gli amici, apprezzare una vita meno frenetica e conoscere – forse – un nuovo amore di cui preferisce non parlare. “Non ha passato un momento facile ma lo trasformerò in cattiveria agonistica”. Non pesa la notorietà raggiunta con la partecipazione al Festival di Sanremo: “Non me lo sarei mai aspettato ma mi fa piacere essere riconosciuto. La fama va gestita ma non l’ho mai sentita come un peso”.

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