Ministro Franco: “Evitare una recessione ad ogni costo”

Il ministro dell'economia Daniele Franco ed il premier Mario Draghi.
Il ministro dell'economia Daniele Franco ed il premier Mario Draghi. (ANSA)

ROMA. – L’incertezza è tale, dopo i due “cigni neri” del Covid e della guerra, come li ha chiamati il commissario Ue Paolo Gentiloni, che fra Bruxelles, Francoforte e Roma non sanno decidersi se l’area euro rischi una recessione, vada verso la stagnazione economica o riuscirà a mantenere una buona crescita nonostante la guerra sul cortile di casa.

“Dobbiamo assolutamente evitare un’altra recessione”, dice il ministro dell’Economia, Daniele Franco, promettendo al Forum Confcommercio-Ambrosetti nuovi interventi sui crediti d’imposta per il caro-bollette, e invocando, se necessario, “interventi ambiziosi” di bilancio. Anche a livello europeo. “Abbiamo vari indicatori ancora positivi sulla robustezza della nostra economia”, dal turismo con il suo balzo pasquale alla fiducia delle imprese fino all’export in rialzo del 2% a marzo.

“Tutto bene? no, è evidente che i rischi sono enormi”, riconosce però il ministro dell’Economia. Ignazio Visco, il Governatore di Bankitalia, spiega che “nello scenario peggiore”, quello di uno stop completo delle forniture di gas dalla Russia, ci sarà “una recessione moderata in Italia nei prossimi due anni che dovrà essere contrastata dalle politiche di bilancio”. Più che un nuovo scostamento che “farebbe salire lo spread” si pensa a un intervento sull'”extra-gettito da energia”.

Lo propone il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta: l’idea è quella di abbassare l’imposta sui beni di prima necessita, sui beni di consumo, di fatto assorbendo l’extra Iva derivante dai rincari energetici. Il tutto in senso redistributivo, aiutando le fasce più deboli, sulla falsariga di quello sugli extra-profitti delle imprese energetiche.

Proprio il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli si aspetta una crescita 2022 “più vicina al 2% che al 3%” del Def: significherebbe una stagnazione, dato che il 2% è grosso modo la crescita che il 2022 si porta dietro per ‘trascinamento’ dal boom dell’anno prima. L’organizzazione dei commercianti stimava un -1,1% di Pil nel primo trimestre e un -0,5% ad aprile, nonostante la fiammata dei consumi e del turismo sotto Pasqua.

Numeri, se confermati, sul filo della recessione tecnica e che farebbero il paio con il calo a sorpresa del Pil statunitense, a gennaio-marzo in calo dell’1,4%. Invece la Bce la pensa diversamente: nonostante l’inflazione che nell’Eurozona “rimarrà elevata” nei prossimi mesi pur avendo raggiunto un probabile picco al 7,5%, e il suo peso sui consumi, il vicepresidente Luis de Guindos non si aspetta una fase di crescita negativa.

“Per il momento, stando alle nostre analisi, anche nel peggior scenario possibile, nel 2022 avremo una crescita positiva” dice il banchiere spagnolo. Anche se molto “dipenderà in modo cruciale dall’evoluzione del conflitto, dall’impatto delle sanzioni e da eventuali ulteriori misure”.

Previsioni non proprio sulla stessa linea, dunque. Del resto, come spiega il Commissario Ue agli Affari economici “l’invasione dell’Ucraina crea per l’Europa una situazione di “incredibile imprevedibilità e incertezza”. “La crescita non può che rallentare, con un rischio di stagnazione”. Ma gli investimenti e le riforme del Pnrr, con un terzo dei fondi dei ‘Recovery’ Ue finora allocati andato proprio all’Italia, possono giocare un ruolo ancora più importante di prima, quando il ‘cigno nero’ era solo il Covid-19.

(di Domenico Conti/ANSA)

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