WASHINGTON. – Altri 33 miliardi di dollari di aiuti all’Ucraina, di cui 20 solo per le armi, nonché nuovi strumenti legali per rafforzare le sanzioni e sequestrare gli asset degli oligarchi destinandone i proventi a Kiev: con queste nuove richieste al Congresso, Joe Biden alza ancora il livello della sfida con Vladimir Putin, mostrando che gli Usa sono pronti a montare una robusta campagna a lungo termine.
Mentre cresce il rischio, anche nucleare, di un allargamento del conflitto e nel Vecchio continente si comincia a riflettere sulla necessità di una maggiore leadership europea per non rimanere schiacciati in quella che rischia di apparire o diventare una guerra per procura degli Usa contro il Cremlino.
“Putin non avrà mai successo nell’occupazione dell’Ucraina, finché continueranno gli assalti e le atrocità russe, continueremo a mandare armi a Kiev”, ha promesso il commander in chief, precisando tuttavia che “non stiamo attaccando la Russia ma aiutando l’Ucraina a difendersi”.
Quasi a voler smussare le recenti parole a Ramstein del capo del Pentagono Lloyd Austin sull’obiettivo di ridimensionare la macchina da guerra russa per i prossimi anni in modo da evitare altri attacchi del genere in Europa. Ma Biden non ha rinunciato ad ammonire lo zar sulla minaccia dell’atomica: “Nessuno dovrebbe fare commenti irresponsabili sull’uso delle armi nucleari”, ha detto, garantendo comunque che “siamo pronti a qualsiasi cosa vogliano fare”.
“Il prezzo di questa battaglia non è basso, ma cedere all’aggressione in corso sarebbe più costoso”, ha spiegato rivolgendosi agli americani dalla Casa Bianca proprio quando è arrivata un’inattesa battuta d’arresto del Pil Usa nel primo trimestre (-1,4%,) che il presidente ha tentato di sdrammatizzare ma che alimenta i timori di una recessione e rischia di pesare sui dem nelle elezioni di Midterm.
Il nuovo pacchetto di interventi (20,4 miliardi di forniture militari, 8,5 di assistenza economica al governo ucraino, 3 per il sostegno umanitario e 500 milioni di aiuti alimentari) contiene una cifra enorme, che tuttavia il Congresso dovrebbe approvare senza problemi in modo bipartisan: è oltre il doppio di quello da 13,6 miliardi già approvato il mese scorso e ormai quasi esaurito. Secondo gli esperti, dovrebbe consentire di sostenere Kiev per almeno cinque mesi, ossia sino a settembre.
“Cominciamo la transizione verso un’assistenza a più lungo termine”, ha sottolineato lo stesso Biden, confermando così i timori di un protrarsi a lungo del conflitto, “per mesi o anni”, come ha avvisato una fonte della Casa Bianca. Il presidente ha anche promesso che gli Usa lavoreranno per aiutare gli alleati dopo il taglio del gas russo a due membri della Nato (e dell’Ue) come la Polonia e la Bulgaria: “Non lasceremo che la Russia li intimidisca o li ricatti usando l’energia come arma”, ha assicurato, anticipando che gli Usa stanno lavorando con Paesi come la Corea del Sud, il Giappone e il Qatar.
Il leader della Casa Bianca ha inoltre chiesto al Congresso nuovi poteri “per colpire la cleptocrazia di Putin”, sequestrando yacht e ville degli oligarchi russi e destinandone il ricavato alla ricostruzione dell’Ucraina, come aveva proposto lo stesso Volodymyr Zelensky alla riunione del Fmi e della Banca Mondiale. Secondo il presidente ucraino, “le stime preliminari delle perdite causate dalla guerra raggiungono oggi i 600 miliardi di dollari”.
La Camera ha già giocato d’anticipo, approvando a stragrande maggioranza (417 a 8) una legge che sollecita il presidente a vendere gli asset di lusso degli oligarchi russi sanzionati e a usare i proventi per fornire ulteriori aiuti militari e umanitari a Kiev. Contro gli oligarchi Biden ha chiesto a Capitol Hill anche un giro di vite sull’evasione delle sanzioni e il riciclaggio, rafforzando le leggi usate un tempo contro la mafia.
(di Claudio Salvalaggio/ANSA)