La Lega pronta al vertice del Centrodestra, ma resta il caos

Saluti al termine dell'incontro tra il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, il leader della Lega, Matteo Salvini e la presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, presso la residenza romana di Silvio Berlusconi. Roma, 20 ottobre 2021.
In una foto del 20 ottobre 2021, saluti al termine dell'incontro tra il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, il leader della Lega, Matteo Salvini e la presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, presso la residenza romana di Silvio Berlusconi. ANSA/CLAUDIO PERI

ROMA. – La Lega si dice pronta a un incontro “anche domani”. Tuttavia, tutto lascia pensare che nelle prossime ore non si terrà nessun vertice a tre. E al momento pare che non ci sarà alcuna novità all’interno del centrodestra prima della Conferenza programmatica di Fratelli d’Italia, appuntamento clou dei prossimi giorni, a Milano. Insomma, per ora resta lo stallo.

Malgrado le telefonate e gli sforzi dei tanti pontieri, ancora non torna il sereno in una coalizione segnata da un profondo gelo, non solo politico ma anche interpersonale, tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini. I due leader, conferma Ignazio La Russa, impegnato in prima linea perché si ristabilisca il dialogo, “non si sentono da tre mesi”, ma aggiunge: “stiamo cercando disperatamente di ricucire”. Tuttavia, sulle reali probabilità di un vertice a breve, evita con cura di fare alcun pronostico e si gioca la “tripla”: “Non do percentuali, dico 1-X-2”.

L’ ex ministro racconta a “Un giorno da pecora” i contatti avuti negli ultimi giorni, finora infruttuosi: “Io, d’accordo con Giorgia Meloni, ho chiamato sia Salvini che Berlusconi. Con Salvini ci siamo sentiti via messaggio, gli ho scritto ‘buona Pasqua’, poi sentiamoci per parlare dell’attualità, e lui ha risposto ‘grazie per gli auguri di buona Pasqua. L’ ho considerato un gesto di apertura”.

E Berlusconi? Chiedono i conduttori: “L’ ultima volta mi ha chiamato lui per preannunciarmi che stava per chiamare la Meloni. Si sono messi d’accordo che oggi o domani si sarebbero dovuti sentire online o di persona, magari anche con Salvini, ma non è ancora avvenuto”. Se non avverrà cosa accadrà? “Se non avvenisse chiamerò Berlusconi per capire cosa sia avvenuto, non mi arrendo”.

Via Bellerio, però, non ci sta a passare per chi si nega al dialogo e fa trapelare di essere disponibile anche subito a un vertice: “Per la Lega – fanno sapere da Via Bellerio – l’unità del centrodestra è un valore importante, in Italia e in Europa: un incontro si può fare anche domani per superare divisioni che aiutano la sinistra”. Ma da Fratelli d’Italia assicurano di non avere nulla in agenda.

Del resto i nodi politici restano tutti, a partire da quello cruciale del voto siciliano. Com’è noto nell’Isola il partito di Giorgia Meloni è fermo nel chiedere con forza che insieme alla scelta del candidato sindaco a Palermo il centrodestra stabilisca anche chi presentare alla Regione, ovvero decida di ricandidare Nello Musumeci. “Se in Sicilia dovesse saltare il principio della ricandidatura degli uscenti – ha ammonito direttamente Giorgia Meloni su Libero – non si vede perché dovrebbe essere mantenuto altrove”.

Un messaggio chiarissimo agli alleati: se cade Musumeci FdI potrebbe in futuro sfilarsi, non appoggiando un altro Presidente uscente, come quello della Lombardia, il leghista Attilio Fontana, il cui primo mandato scade nel 2023. Un effetto domino, una escalation autolesionista, che se non si dovesse fermare rischierebbe di avere conseguenze letali per la coalizione anche alle prossime politiche.

(di Marcello Campo/ANSA)

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