Il governo lavora su rincari materiali, verso Cdm su aiuti giovedì

Palazzo Chigi, sede del Governo.
Palazzo Chigi, sede del Governo. (Ufficio Stampa della Presidenza del Consiglio)

ROMA. – Arginare i rincari di bollette, carburanti e materiali. E’ l’obiettivo principe a cui sta lavorando il governo in vista del prossimo Consiglio dei Ministri che forse già giovedì potrebbe dare il via libera al decreto da 6 miliardi complessivi con gli aiuti per famiglie ed imprese ed un pacchetto energia che spinge sulle rinnovabili.

Il premier Mario Draghi ci sta lavorando da Città della Pieve, in attesa della negativizzazione dal Covid. Nel frattempo, a Palazzo Chigi si susseguono le riunioni tecniche con i ministeri competenti per mettere a punto tutte le misure. In giornata, nella sede dell’esecutivo, arrivano il titolare del Mef, Daniele Franco, e il responsabile delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, che, insieme ai tecnici di altri ministeri, vedono il sottosegretario Roberto Garofoli.

Durante l’incontro si parla del caro materiali: il problema potrebbe incidere negativamente anche sulle gare del Pnrr e per questo di studia la revisione dei prezzi. “Stiamo ragionando su come assicurare a stazioni appaltanti fondi integrativi adeguati per avviare gare con prezzi corretti e attrarre le migliori imprese. Interventi di entità consistente, diversi miliardi”, twitta Giovannini.

Qualcuno ipotizza che il decreto in arrivo possa sdoppiarsi in due provvedimenti da approvare in momenti diversi, ma non è questo l’obiettivo di Palazzo Chigi che punta a chiudere tutto giovedì, o comunque in settimana. Nel prossimo Cdm, dunque, dovrebbe arrivare la proroga degli aiuti per bollette e carburanti (l’abbattimento delle accise scade il 2 maggio, quindi bisogna prolungarlo prima), altri fondi per l’accoglienza profughi, un ampliamento della platea del bonus sociale, garanzie per la liquidità delle imprese, sostegni per le categorie più colpite e forse anche aiuti specifici alle filiere più colpite dalla crisi. Come quelle del legno e della ceramica che lamentano difficoltà nel recupero delle materie prime.

Intanto, le richieste dei partiti e delle parti sociali si fanno pressanti. La Lega riferisce di innumerevoli segnalazioni, da nord a sud dello stivale, di bollette lievitate e il leader Matteo Salvini si dice pronto a parlare col presidente Draghi”. L’obiettivo, spiega, è “garantire lo stanziamento di almeno altri 5 miliardi per contrastare il caro bollette”.

Anche secondo il segretario della Cgil Maurizio Landini, a fronte dell’aumento di bollette e prezzi e dell’inflazione, serve “un provvedimento, con uno scostamento più ampio dei 5 miliardi previsti, perché la situazione non è più sostenibile”. Il M5s, invece, ribadisce la richiesta di abbassare l’Iva per i beni di largo consumo e torna a puntare i piedi sulle armi a Kiev, chiedendo al capo del governo e al ministro della Difesa Lorenzo Guerini di riferire in Parlamento. Ci dev’essere “piena condivisione sull’indirizzo politico e piena possibilità di conoscere gli interventi programmatici del governo”, dice il leader Giuseppe Conte.

Nel pacchetto energia il piatto forte dovrebbe essere lo snellimento degli iter autorizzativi per la produzione da eolico e fotovoltaico. Non ci sarebbe invece alcuna ipotesi di nominare un commissario all’energia, sottolineano fonti di governo. Per sganciarsi dalla dipendenza energetica da Mosca, sono molteplici le strade che l’Italia sta sondando: dalla geotermia ai parchi eolici galleggianti, dalla massimizzazione (a tempo) della produzione delle centrali a carbone esistenti ad una politica di risparmio energetico.

Il conflitto in Ucraina, le conseguenze e le risposte comunitarie, con ogni probabilità, costituiranno il filo conduttore del discorso che Draghi terrà il 3 maggio a Strasburgo, davanti ai 705 eurodeputati della plenaria. Poi, in ballo c’è anche il viaggio del presidente del Consiglio a Kiev, una missione che però al momento non ha ancora una data.

(di Paola Lo Mele/ANSA)

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