Alta tensione sul ‘Catalan Gate’, i secessionisti chiedono ‘dimissioni’ per il caso Pegasus

MADRID — Non si placa la bufera politica esplosa attorno al cosiddetto ‘Catalan Gate’, una presunta operazione di spionaggio a politici e attivisti indipendentisti catalani: il caso ha provocato un’ondata di forte indignazione tra le fila del movimento secessionista, i cui principali leader sono sicuri di un coinvolgimento dello Stato nella vicenda e minacciano serie conseguenze politiche per il governo di Pedro Sánchez (Partito Socialista – Unidas Podemos) se questi non fornisse “chiarimenti” e “assunzioni di responsabilità” sufficienti. Esigenze che includono le “dimissioni” di chi sia responsabile del presunto spionaggio, secondo quanto sostenuto da alcune delle figure più in vista del separatismo catalano, come l’ex vicepresidente regionale Oriol Junqueras alla televisione pubblica locale. Tra le presunte vittime dello spionaggio — che sarebbe stato effettuato attraverso il software Pegasus — ci sarebbe anche l’attuale presidente catalano Pere Aragonès, secondo quanto denunciato dal gruppo di ricercatori Citizen Lab.

Gabriel Rufián (ERC)

Mentre Madrid continua a negare qualsiasi coinvolgimento nel caso, promette “misure di trasparenza” per far luce sulla vicenda e si dichiara — in parole del ministro della Presidenza Félix Bolaños — “con la coscienza tranquilla” —, da Barcellona i segnali di tensione non fanno che aumentare. Da un lato, il governo catalano ha deciso di “ridurre al minimo” le relazioni bilaterali con l’esecutivo di Sánchez “fin quando non verrà chiarito cosa è successo”. Dall’altro, il partito  indipendentista con maggior peso politico nel Parlamento nazionale — Esquerra Republicana (ERC), a cui appartiene anche Aragonès — ha reiterato al premier che un proprio voto favorevole alla convalida delle misure contro l’impatto della guerra in Ucraina prevista per giovedì, un appuntamento cruciale per il governo, non è attualmente garantita.

“L’unica lingua comprensibile al Partito Socialista è far cadere la sua agenda legislativa”, ha detto il portavoce di Esquerra nel Congresso dei deputati, Gabriel Rufián.

Redazione Madrid

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