Coronavirus Italia: migliora la situazione nei reparti, tasso di positività al 17,2%

Gente a passeggio a Piazza Navona (Roma) nei giorni scorsi.
Gente a passeggio a Piazza Navona (Roma). (ANSA

ROMA. – Cresce l’uso dei monoclonali anti Covid, in calo invece quello degli antivirali che pero’ proprio in questi giorni (a partire dal 21 aprile) possono essere prescritti dai medici di famiglia e ritirati in farmacia. Per vedere cosa accadrà con il nuovo iter prescrittivo servirà qualche giorno ancora ma intanto calano i contagi e la situazione negli ospedali, secondo i dati dell’Agenas, continua a migliorare con una riduzione degli ingressi dei pazienti Covid nei reparti di area non critica, che ora sono occupati al 15%, e con una situazione stabile delle terapie intensive ferme al 4%.

I dati giornalieri vedono 56.263 nuovi contagi da Covid registrati nelle ultime 24 ore, rispetto ai 70.520 di ieri. Le vittime sono invece 79, in calo rispetto alle 143 registrate 24 ore prima. Diminuiti, come sempre accade nel fine settimana, i tamponi molecolari e antigenici.

Sono stati 326.211 nelle ultime 24 ore, rispetto ai 421.533 di sabato. Il tasso di positività è al 17,2%, in aumento rispetto al 16,7% di ieri. Sono 416 infine i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 7 in più rispetto a ieri nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 34. I ricoverati nei reparti ordinari sono 9.895, ovvero 19 in meno rispetto a ieri.

I dati settimanali dei due report dell’Aifa sull’uso di antivirali e monoclonali, dicono invece che da metà gennaio a oggi, sono stati 30.418 i pazienti Covid curati a casa con le pillole antivirali per il trattamento precoce del covid-19 in persone a rischio. Dal 21 aprile disponibili anche in farmacia per agevolarne l’uso, questi trattamenti specifici nell’ultima settimana sono calati.

Di questi il numero di trattamenti avviati con Lagevrio (molnupiravir, disponibile già dal 13 gennaio 2022) di Merck/Msd sono stati 20.806, mentre quelli avviati per Paxlovid (nirmatrelvir-ritonavir) di Pfizer sono stati 9.612. In entrambi i casi, sono in calo le prescrizioni settimanali, rispettivamente del 17,6% e del 5,8%.

Dal 14 al 20 aprile, per molnupiravir le richieste del farmaco sono state 1.950, pari al -17,6% rispetto alla settimana precedente. Per Paxlovid, dal 13 al 19 aprile, invece, si registrano 1.421 prescrizioni, pari a -5,8% rispetto ai 7 giorni precedenti. Finora Lagevrio è stato prescritto in un totale di 271 strutture sparse nelle varie regioni e province autonome, mentre Paxlovid (dal 21 aprile prescrivibile anche dai medici di famiglia) in 241.

Sul fronte monoclonali a partire da marzo 2021, in Italia, sono state 57.933 le prescrizioni di anticorpi contro il Covid-19. Di queste 57.486 sono state le terapie per pazienti con malattia non grave e di recente insorgenza ma a rischio di progressione verso forme severe, mentre 447 sono state le prescrizioni per l’utilizzo in profilassi pre contagio, che vedono la maggior crescita (oltre 60% in due settimane).

Dall’inizio del monitoraggio, la maggior parte dei pazienti trattati (23.554, +1,58% rispetto al precedente monitoraggio di due settimane fa) ha ricevuto casirivimab-imdevimab, seguita dal mix bamlanivimab-etesevimab (17.232, +0,02%) e da sotrovimab (15.877, +5,87%), ultimo approvato. Ferme a 823 le prescrizioni di bamlanivimab da solo, non più prescrivibile in monoterapia.

In particolare, la profilassi a base dell’associazione di due anticorpi tixagevimab e cilgavimab, sviluppata per la prevenzione di Covid-19 negli adulti e autorizzata solo per soggetti con grave compromissione del sistema immunitario, vede una crescita del 60,8% (169 dosi in 2 settimane). I monoclonali sono ora prescritti in 282 strutture delle 21 regioni e province autonome.

In numeri assoluti, Veneto, Lazio e Toscana restano in testa per maggiore utilizzo di monoclonali in terapia, rispettivamente con 9.382, 8.503 e 5.071. Mentre Lombardia (con 141 prescrizioni) e Lazio (98) hanno visto più prescrizioni per la profilassi con Evusheld (tixagevimab-cilgavimab).

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