Giocattoli-bomba russi nelle stanze dei bimbi ucraini

Bambini ucraini profughi.
Bambini ucraini profughi. (ANSA)

ROMA.  – Una bambola imbottita di esplosivo, un pallone bucato per metterci dentro un candelotto con tanto di miccia, un ordigno artigianale al posto della batteria del telefono giocattolo.

Insieme agli orrori delle fosse comuni e delle torture, i soldati russi in ritirata dalle città dell’Ucraina occidentale e settentrionale hanno lasciato anche nuovi strumenti di morte, dissimulati per colpire i soggetti più indifesi: i bambini.

Una galleria delle crudeltà denunciata da Anton Gerashchenko, consigliere del ministero dell’Interno di Kiev, che su Telegram ha pubblicato una serie di foto rappresentative.

“Gli occupanti – ha accusato – stanno ora agendo secondo un principio simile” a quello già applicato in passato, “lasciando dietro di sé ‘soprese mortali’ nelle case dei civili. Il cinismo dei razzisti è sorprendente: nascondono mine e oggetti esplosivi nei giocattoli per bambini, nei libri e negli oggetti domestici più inaspettati. Gli occupanti sono ben consapevoli che il bambino, al suo ritorno a casa, raccoglierà prima di tutto il suo giocattolo”. Nel suo messaggio, Gerashchenko elenca quindi le norme di comportamento da adottare in caso di ritrovamento di oggetti sospetti: prima di tutto, allontanarsi e avvisare eventuali passanti del pericolo, quindi avvertire le autorità, oltre a non usare telefoni cellulari nelle vicinanze, che potrebbero innescare l’esplosivo. “Questa – ha affermato – è la calligrafia dei criminali di guerra. E un’altra prova del genocidio del popolo ucraino da parte dell’esercito russo per l’Aia!”.

Che i villaggi per settimane sotto il controllo russo alla mperiferia di Kiev fossero stati disseminati di mine antiuomo, del resto, era già stato denunciato dai responsabili ucraini, che hanno quindi invitato la popolazione ad attendere un via libera ufficiale prima di tornare nelle loro case. E secondo le accuse, alcuni ordigni sono stati persino nascosti dentro i cadaveri, in un osceno tentativo di colpire gli sforzi per dare sepoltura ai corpi abbandonati.

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