Mattarella e Draghi a Strasburgo, offensiva in Europa

Nella foto d'archivio l'expresidente della Bce ed il presidente Sergio Mattarella si salutano a Francorforte.
Nella foto d'archivio il premier Mario Draghi ed il presidente Sergio Mattarella

BRUXELLES. – Prima Sergio Mattarella, poi Mario Draghi. Entrambi a Strasburgo in meno di una settimana. Il cambio di passo dell’Italia in Ue si vede già dall’agenda dei massimi vertici delle sue istituzioni. Le date da cerchiare con il rosso sono quella del 27 aprile e quella del 3 maggio.

Alla fine di questo mese Mattarella sarà l’ospite d’onore della sessione di primavera dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa. Pochi giorni dopo toccherà a al capo del governo approdare nella città alsaziana: per Draghi sarà la prima volta da presidente del Consiglio davanti ai 705 eurodeputati della Plenaria.

Anche quello di Mattarella è un esordio per questo secondo settennato: il presidente della Repubblica ha scelto il Consiglio d’Europa come destinazione della sua prima missione all’estero da quando è stato confermato al Quirinale. E non si tratta di una scelta casuale.

Il 15 marzo scorso il Consiglio d’Europa, che ha tra le sue finalità la tutela dei diritti umani e della democrazia parlamentare, ha infatti escluso la Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. Ed è proprio l’Italia, in questo semestre, a presiedere il Comitato dei ministri dell’organizzazione.

Eppure, l’impressione che Italia e Ue viaggino più che mai sullo stesso binario non è motivata solo dall’agenda ma anche dalle mosse di Roma nella guerra in Ucraina. Un posizionamento che, in merito alle sanzioni, ha visto il governo italiano via via distaccarsi da una linea prudenziale che, a Berlino, resta invece ancora prevalente.

Incontrando mercoledì al Quirinale la presidente slovacca Zuzana Caputova, Mattarella, cogliendo l’emergere nel Vecchio continente di alcune esitazioni sull’embargo al petrolio e al gas russi, ha sottolineato con nettezza la necessità di un’Europa che affronti “unita” la minaccia russa in tutte le contromisure sul tavolo, incluse le sanzioni energetiche.

Del resto, da settimane ormai il governo va ripetendo di non voler porre veti alle nuove sanzioni contro Mosca e nei corridoi della Commissione Ue il cambio di passo non solo è stato notato ma viene anche accolto con soddisfazione. Con il permanere dei tentennamenti del cancelliere Scholz, è sull’Italia e sulla Francia di Emmanuel Macron – con la rischiosa appendice delle presidenziali transalpine di domenica – che Bruxelles potrebbe puntare per accelerare sul sesto pacchetto di sanzioni e, soprattutto, sulle misure contro il gas russo.

E forse non è un caso che, in questi ultimi giorni, tra i Paesi membri si è fatta largo la proposta italiana di porre un tetto ai prezzi del gas non solo come misura anti-inflattiva ma anche come strumento per pagare meno il nemico russo. Del ‘price cap’ se ne discuterà al summit dei leader del 30 e 31 maggio, una settimana dopo le attesissime proposte della Commissione Ue sull’indipendenza energetica europea.

E’ possibile che anche Draghi torni sul punto intervenendo a Strasburgo dove – negativizzazione dal Covid permettendo – sarà accolto dalla presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola. L’ultimo premier a parlare alla Plenaria è stato Giuseppe Conte. Erano i tempi del Conte I e l’allora ‘avvocato del popolo’ si ritrovò bersagliato dai tanti eurodeputati pronti a scagliarsi contro il governo M5-Lega.

Un’atmosfera ben diversa farà da contorno all’arrivo di Draghi. E il fitto scambio tra Italia e Ue non finirà a Strasburgo. Il 4 e 5 maggio Metsola sarà a Roma dove tornerà a incontrare il premier. Mentre nella mattina di giovedì, assieme al presidente Mattarella, risponderà al Quirinale alle domande di un gruppo di studenti provenienti da tutta Europa.

(Di Michele Esposito/ANSA)

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