Anche Wimbledon sanziona Russia, no a tennisti Mosca

Il tennista russo Daniil Medvedev in azione. ANSA/ EPA/ERIK S. LESSER

LONDRA. – Dopo settimane di anticipazioni, mancava ormai solo l’ufficializzazione da parte dell’All England Club, arrivata a poco più di due mesi dall’inizio dei Championships 2022: i tennisti russi e bielorussi non potranno partecipare alla prossima edizione di Wimbledon, la numero 145 del torneo più antico e più iconico al mondo.

La decisione, drastica e senza precedenti nel mondo del tennis, è stata presa dal comitato organizzatore del prestigioso torneo londinese in accordo con il governo britannico, schierato in prima linea sul fronte occidentale nella rappresaglia antirussa in seguito allo scoppio della guerra in Ucraina. E così dopo aver impostosanzioni durissime a società e oligarchi ritenuti vicini al Cremlino, che sono costate al Premier Boris Johnson e a numerosi membri del suo governo l’interdizione ad entrare in Russia, ora Londra estende le sue ritorsioni anche in ambito sportivo. Con la reazione del Cremlino, che parla di “decisione inaccettabile”.

In una nota ufficiale, gli organizzatori – condannando “le azioni illegali, inaccettabili e ingiustificate della Russia”, e tenuto conto del “profilo internazionale dei Championships e della loro responsabilità nel diffondere gli sforzi del governo britannico, delle imprese e delle istituzioni sportive nel limitare l’influenza globale della Russia” – hanno fatto sapere che “con profondo rammarico” hanno deciso di respingere le richieste di partecipazione dei giocatori della Russia e della Bielorussia per i Championships 2022.

E questo nonostante diversi di loro, da Medvedev a Rublev, avessero espresso il loro dolore ivocando la pace, anche se senza mai condannare esplicitamente le scelte di Putin. Anche per questo nelle settimane scorse si era ventilata l’ipotesi di subordinare la partecipazione a esplcite prese di posizione anti-guerra, ma ha prevalso la linea ancora piu’ dura: niente Wimbledon, punto e basta.

Come peraltro era già stato ampiamente anticipato da diversi organi di stampa, che hanno anche sottolineato come la decisione di Wimbledon vada oltre le misure fin qui adottate dalla Federtennis internazionale, così come dagli altri tornei dello Slam, che hanno sì messo al bando Russia e Bielorussia dai tornei a squadra (come la Davis Cup o la Billie Jean King Cup), consentendo però ai singoli atleti delle due nazioni di continuare a partecipare agli eventi internazionali (dagli Slam agli ATP 1000), seppur gareggiando senza bandiera.

Una deroga che, viceversa, il torneo londinese non ha voluto adottare, rinunciando, in ambito maschile, a quattro giocatori tra i top30 del ranking mondiale, a cominciare dal numero due al mondo Daniil Medvedev, e a cinque giocatrici tra le prime 40 della graduatoria mondiale, come la bielorussa n.4 Aryna Sabalenka, o la sua compatriota, ex n.1 Victoria Azarenka. Se la mossa di Wimbledon rappresenta una novità assoluta in campo tennistico, come confermato solo ieri dal Roland Garros che ha deciso di non imporre alcun tipo di restrizione per la partecipazione, altri sport – dall’atletica al badminton, dalla canoa al canottaggio – hanno già imposto l’esclusione non solo delle rappresentative nazionali ma anche dei singoli atleti.

“Ci rendiamo conto che è una decisione molto dura per i singoli atleti – ha commentato il presidente dell’All England Club, Ian Hewitt -. Abbiamo attentamente valutato anche altre misure, che potevamo essere assunte all’interno delle linee guida del governo. Ma alla luce del profilo del torneo, siamo arrivati alla conclusione che non c’erano altre soluzioni praticabili”.

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