NEW YORK. – “Ricostruiamo l’Ucraina”. Volodymyr Zelensky lancia l’appello al Fondo Monetario Internazionale alla vigilia delle riunioni di primavera del Fmi, dalle quali è attesa una sforbiciata alla crescita económica globale proprio a causa dell’invasione della Russia.
Una frenata che la Banca Mondiale ha quantificato in un pil in crescita quest’anno del 3,2%, decisamente meno del +4,1% previsto solo in gennaio. Ma l’inizio del 2022 sembra un ricordo lontano: da allora il quadro geopolitico ed economico è stato drasticamente alterato da una guerra che ha innescato una nuova crisi, andatasi a sommare all’emergenza Covid ancora in corso.
Proprio per far fronte alle crisi in atto, la Banca Mondiale si impegna a sbloccare 170 miliardi di dollari, una cifra superiore ai 157 miliardi messi in campo solo per il coronavirus.
Anche se la pandemia non molla, le maggiori preoccupazioni sono però ora la guerra e l’impatto delle sanzioni. “Ho parlato con Kristalina Georgieva della necessità di assicurare la stabilità finanziaria dell’Ucraina e di prepararsi alla ricostruzione post-guerra”, ha twittato il presidente Zelensky.
“Ora abbiamo dei piani chiari e una visione delle prospettive. Sono sicuro – ha aggiunto – che la collaborazione fra Fmi e Ucraina continuerà a dare frutti”. Soddisfatta del confronto anche Georgieva: “il continuo sostegno economico dei partner è essenziale per gettare le fondamenta per ricostruire una moderna e competitiva Ucraina”, ha cinguettato il direttore generale del Fmi. Per Georgieva quella che si è appena aperta è una settimana cruciale fatta di una girandola di incontri.
Il Fmi si avvia non solo a rivedere al ribasso le stime di crescita e a mettere in guardia dal pericolo dell’inflazione, in programma nella settimana di incontri c’è il G20 dei ministri e dei governatori delle banche centrali ma anche la possibilità che vanga sollevato il tema di un ammodernamento del Fondo e della Banca Mondiale. Il segretario al Tesoro americano Janet Yellen si è già espressa sulla necessità di rendere le due istituzioni più adatte ai tempi e alle nuove sfide.
E Yellen non è la sola: da più parti infatti si inizia a premere per una nuova ‘Bretton Wood’ che rifletta l’esistenza di una economia politica in cui gli scambi commerciali sono veramente liberi solo se i paesi operano sulla base degli stessi principi. Per dirla con le parole di Yellen a nessuno dovrebbe essere consentito di “usare la propria posizione di mercato per avere il potere di distruggere la nostra economia o esercitare una leva geopolítica non voluta”.
Il riferimento alla Russia è chiaro e Yellen potrebbe esplicitarlo ancora meglio nei prossimi giorni boicottando alcuni degli incontri del G20 in cui è presente Mosca.