Serie A: Milan in frenata, Napoli nuovo ko. L’Inter ringrazia

Gleison Bremer e Oliver Giroud in azione nella partita Torino-Milan finita 0-0.
Gleison Bremer e Oliver Giroud in azione nella partita Torino-Milan finita 0-0. ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

ROMA. – Il Napoli continua a farsi del male in casa, il Milan non segna più e avanza al rallentatore, confezionando insieme un doppio assist per l’Inter che, avendo una gara da recuperare, ha la possibilità di riprendersi la vetta. In pieno sprint scudetto, il Milan è zavorrato dalla assoluta siccità offensiva e lo 0-0 con i granata a Torino nel posticipo sera, che segue quello a San Siro col Bologna, conferma tutte le sue difficoltà.

Le tante assenze sono un alibi relativo per i rossoneri, che tengono in difesa, costruiscono molto gioco, concludono spesso ma la porta avversaria resta un tabù per Giroud e Leao e nemmeno gli ‘altri’ che tanto avevano contribuito in precedenza al bottino realizzativo sembrano aver perso la vena. Il Toro roccioso non era facile da superare, però dopo il Bologna la risposta chiesta e cercata da Pioli non arriva.

Peggio, se possibile, fanno gli azzurri di Spalletti, che si fanno superare da un’ottima Fiorentina e ciccano un’occasione importante, che potrebbe avere un peso sostanzioso nella volata finale. Ma sono forse più i meriti viola che i demeriti partenopei a contrassegnare la gara. Italiano torna in piena corsa per l’Europa League che si infiamma per la vittoria della Lazio, che travolge il Genoa con una tripletta del rigenerato Immobile, e della Roma che ribalta con fatica la gara con la Salernitana mantenendo il quinto posto.

La fatica di Lipsia, e il pensiero della gara di giovedì, sono una zavorra per l’Atalanta che esce sconfitta dal Maipei di fronte a uno scintillante Sassuolo che, imbeccato da Berardi, sguaina un Traoré di lusso che costringe i bergamaschi all’ottavo ko stagionale.

Perdono tutte le avversarie del mini torneo per la salvezza. Dopo il Cagliari tocca al Genoa, alla Salernitana, ma la sconfitta più pesante è quella del Venezia: perché è la sesta di fila e matura nel recupero, poco dopo avere agguanto il pari, contro la solita Udinese diligente e concentrata.

La serie A continua ad essere un torneo decaduto, come esprimono i risultati della nazionale e della squadre di Champions. Ma il pubblico ha voglia di emozioni, dopo due anni di covid. I 60 mila spettatori di San Siro e del Maradona e i 135 mila dell’Olimpico nelle due gare con Salernitana e Bodo Glimt sono un segnale significativo, anche se ai partenopei tanto entusiasmo non ha giovato.

Quando sembra aver acquisito una mentalità’ vincente, in linea con la sua poderosa rosa, il Napoli di Spalletti fa un passo indietro, si perde nei suoi errori di concentrazione, e quasi sempre questo accade di fronte al suo pubblico appassionato. E’ il quinto ko interno che appanna un torneo di primo piano, proprio quando sembrava che potesse spiccare il volo. Ha alcune occasioni la squadra di Spalletti, ma la Fiorentina contiene e riparte con spunti micidiali in contropiede.

Quella che era la migliore difesa del torneo subisce tre gol di ottima fattura. Nico Gonzalez spariglia le carte con il vantaggio che viene vanificato dal 145/o gol di Mertens. Ma è solo l’illusione perché i viola, che hanno passato indenni anche lo choc dell’addio di Vlahovic, replicano con Ikonè e Cabral legittimando il successo e rendendo inutile il 3-2 finale di Osimhen.

Quando c’è il direttore d’orchestra Berardi è un altro Sassuolo. Protetto alle spalle da Maxime Lopez, dialoga e imbecca gli altri solisti d’attacco. Stavolta a essere particolarmente ispirato è Traoré che infierisce con una doppietta su un’Atalanta che ha perso lo smalto e la continuità delle scorse stagioni. Una traversa di Pasalic fa capire che sarà una giornata storta, poi il Sassuolo cambia marcia, segna due gol, colpisce due legni con Traorè e Defrel e vince meritatamente riagguantando il nono posto.

Il pubblico record trascina solo alla fine la prestazione della Roma con una Salernitana gagliarda che trova il vantaggio con una sventola su punizione di Radovanic su cui la barriera si apre colpevolmente. La Roma arranca, chiede invano un rigore per un fallo su Mkhitaryan, ma la manovra è involuta. Coulibaly, uomo ovunque, guida la resistenza dei campani tra cui eccellono Ederson e Djuric. Mourinho, al solito, intasa il fronte offensivo di attaccanti e alla fine ottiene una vittoria batticuore in 3′ che lo mantiene al quinto posto. Zaniolo, al rientro, offre spunti interessanti ma a fasi alterne. Dopo che Kastanos sbaglia il 2-0 la Roma recupera con un gran tiro di Carles Perez, in gol dopo un anno, e il sorpasso avviene con una deviazione in mischia di Smalling.

La Lazio ha definitivamente elaborato il lutto del derby ritornando competitiva, in piena corsa per l’Europa League. Dopo avere superato il Sassuolo ha travolto il Genoa e soprattutto ha ritrovato la vena del goleador Immobile, implacabile nella sua tripletta che lo riporta in fuga a 25 nella classifica marcatori. Il Genoa comincia volenteroso, ma il gol di Marusic taglia le gambe ai liguri. La sinfonia biancazzurra fa venire i brividi alla squadra di casa sempre più invischiata in zona retrocessione.

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