Domenica di coprifuoco, Odessa pronta al peggio

Una trincea a Odessa. (ANSA)

ODESSA.  – Tra il fischio e l’impatto passa una manciata di secondi in cui la gente per strada guarda il cielo per capire se sia un aereo o un missile a volargli sulla testa.  Poi il boato, i vetri che tremano e le sirene che partono, questa volta soltanto dopo l’esplosione.

Per le strade della Moldavanka, il celebre quartiere multiculturale dei criminali galantuomini delle leggende portuali di Odessa, gli abitanti scendono nei rifugi con la lentezza di chi è stanco di ripetere sempre lo stesso gesto. Nel rifugio allestito nel parcheggio di un centro commerciale il WiFi prende discretamente bene e Svetlana, cassiera di 66 anni, guarda una soap opera turca mentre in braccio tiene Benja Krik, un barboncino chiamato come il re dei gangster dei quartieri ebraici dei romanzi di Isaac Babel.

Quella delle 17:30 è la seconda delle esplosioni della giornata ed è più vicina e più forte di quella di ieri sera, nei giorni passati l’intervallo tra gli attacchi è andato diminuendo ed è salita la preoccupazione tra gli abitanti che, come quando si riduce lo spazio tra il lampo ed il tuono, percepiscono l’avvicinarsi della tempesta. Sensazioni confermate dall’autorità che pochi minuti dopo l’esplosione annunciano che il coprifuoco, fino ad ora in vigore solo di notte dalle nove di sera alle sei del mattino sarà esteso anche a tutta la giornata di domenica “per paura di ulteriori attacchi”.

Odessa si prepara al peggio ma non rinuncia a vivere, alla moschea Al Salam, di via Richelieu, i fedeli si radunano per la preghiera del primo venerdì di Ramadan, sulla cupola verde le bandiere degli Emirati Arabi Uniti, dell’Ucraina e dell’Unione europea. Nel centro culturale islamico attiguo hanno preso rifugio alcuni degli sfollati delle province dell’est, tra di loro anche diversi tatari della Crimea, già forzati a lasciare la loro penisola nel 2014 dopo l’occupazione russa.

Tra di loro Taliat, che fino al 2014 viveva proprio a Bachisarai, la cittadina a maggioranza islamica della Crimea, che comenta all’ANSA: “In 8 anni a Odessa non ho mai voluto comprare casa, ho sempre avuto la sensazione che la guerra prima o poi mi avrebbe raggiunto anche qui. Non sono affatto felice di constatare che avevo ragione”.

Verso le otto di sera risuona ancora la sirena mentre il capo dell’amministrazione militare Maxim Marchenko parla alla Tv pubblica spiegando che “l’attacco del pomeriggio ha causato morti e feriti ed ha preso di mira la zona di Kransosilka a nord della città” e sottolinea l’importanza di rispettare le regole del coprifuoco nel weekend per ridurre il numero di morti tra la popolazione poiché “il rischio di attacchi missilistici alla città è sempre più crescente”. Nessuna novità, gli abitanti di Odessa sanno da giorni che il peggio per loro può ancora arrivare.

Finita la conferenza stampa ci pensa il grupo Telegram dell’amministrazione comunale a sdrammatizzare,  “alla luce delle nuove regole di coprifuoco ecco le istruzioni per portare fuori il cane: non allontanarsi dalla propria casa, portate il passaporto, e fare presente con gentilezza che il vostro cane doveva uscire se gli uomini della sicurezza territoriale vi chiedono ulteriori spiegazioni”.

(di Pietro Guastamacchia/ANSA).

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