Coronavirus Italia: in sette giorni diminuiti i contagi, ma mille morti

Una donna con il volto coperto da una mascherina sanitaria cammina accanto a una farmacia in Blignyvia adiacente all' Università Bocconi, Milano, 9 marzo 2021.
Una donna con il volto coperto da una mascherina sanitaria cammina accanto a una farmacia in Blignyvia adiacente all' Università Bocconi, Milano, 9 marzo 2021. AMSA/DANIEL DAL ZENNARO

ROMA. – Dopo la fase di ‘plateau’, arrivano i primi segnali di una discesa della curva epidemica: nell’ultima settimana, dal 30 marzo al 5 aprile, si è infatti registrata una lieve diminuzione dei nuovi contagi di Covid-19, ma resta l’allerta per il numero dei decessi che è, invece, in crescita. E se rimane stabile l’occupazione dei reparti ospedalieri, non migliorano i dati sulle nuove vaccinazioni con le quarte dosi che hanno raggiunto una copertura totale pari solo all’8%.

In questo quadro, sul fronte delle misure il sottosegretario alla Salute Andrea Costa ha annunciato che si sta valutando una proroga dell’utilizzo delle mascherine al chiuso in alcuni luoghi, come i mezzi pubblici, anche dopo l’1 maggio. In sette giorni dunque, secondo l’ultimo monitoraggio della Fondazione Gimbe, i nuovi casi sono stati 469.479, ovvero -6,9% rispetto alla settimana precedente. Mentre i decessi tornano sopra quota mille, da 953 a 1.049, con un aumento del 10,1%.

Continua inoltre ad aumentare, seppure solo del 5,2%, e meno rispetto alla scorsa settimana, il numero dei pazienti Covid nei reparti ospedalieri, mentre tornano a scendere quelli in intensiva, che vedono un -3,3%. Su base giornaliera invece, secondo la rilevazione dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), nelle ultime 24 ore la percentuale di terapie intensive occupate da pazienti Covid è stabile al 5%.

È stabile al 16% anche l’occupazione di posti nei reparti ordinari. Stabili pure i dati del bollettino giornaliero del ministero della Salute: sono 69.596 i nuovi contagi (ieri 69.278). Le vittime sono 150 (erano state 150 anche ieri). Il tasso di positività è al 14,8%, in calo. Negli ospedali, sono 471 i pazienti in intensiva, 5 in più di ieri. I ricoverati nei reparti ordinari sono 10.078 (-86).

Il quadro resta dunque eterogeneo, come evidenzia il presidente Gimbe, Nino Cartabellotta, rilevando che “dopo la stabilizzazione della scorsa settimana, i nuovi casi settimanali si attestano a 469 mila, con una riduzione del 6,9%, ma rimane molto difficile fare previsioni, sia per la eterogeneità delle situazioni regionali, sia perché in alcune Regioni del Nord iniziano a vedersi segnali di risalita”.

Ma dopo la stabilizzazione della scorsa settimana, tornano a crescere i decessi: 1.049 negli ultimi 7 giorni. Il numero dei decessi che “non accenna a scendere – sottolinea Cartabellotta – merita particolare attenzione: infatti, accanto a fattori non modificabili (età avanzata, comorbidità), esistono determinanti legate al calo dell’efficacia vaccinale sulla malattia grave e al sottoutilizzo dei farmaci antivirali su cui, invece, è possibile intervenire”.

Di antivirali, infatti, ne sono stati prescritti finora circa 21.000 trattamenti nell’arco di tre mesi. Numeri “troppo esigui” imputabili, afferma Gimbe, “alla mancata abilitazione dei medici di famiglia alla loro prescrizione”. Altro elemento di preoccupazione deriva dalla campagna vaccinale che, rileva Cartabellotta, “si è ormai fermata”: solo 64.792 quarte dosi sono state somministrate agli immunodepressi, con una copertura dell’8,2%, mentre sono state 38,9 milioni le terze dosi somministrate, con una copertura dell’83,5%.

Uno stallo si registra anche per le vaccinazioni pediatriche ed il sottosegretario alla salute Pierpaolo Sileri rinnova l’invito a vaccinare i più piccoli. Ciò considerando che nei primi tre mesi del 2022, secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità, oltre 3.600 bambini under-5 sono finiti in ospedale a causa del Covid; di questi 33 hanno avuto bisogno della terapia intensiva e 8 sono morti.

Quanto all’estensione della quarta dose, “si è espressa l’Ema e attendiamo che si esprima l’Aifa, ma è ragionevole pensare che possa essere prevista per gli over 80”, ha affermato Costa. Intanto, continua invece a salire la curva dell’influenza stagionale: nella scorsa settimana l’Iss ha censito 335mila nuovi casi, 30mila in più rispetto al picco registrato durante la settimana tra Natale e Capodanno. I casi, da inizio stagione, sono 5,7 milioni.

(di Manuela Correra/ANSA)

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