Draghi a sindacati: un patto per superare mesi difficili

Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, durante la conferenza stampa con il Ministro dell'Economia e delle Finanze, Daniele Franco, il Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, e il Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani.
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi. (ANSA)

ROMA.  – Governo e parti sociali insieme di fronte ad una situazione quantomai difficile, tenendo aperto un confronto costante e guardando ad un Patto sociale. Il premier Mario Draghi incontra Cgil, Cisl e Uil a Palazzo Chigi e propone un dialogo permanente e abituale per affrontare i mesi complicati che il Paese ha davanti: propone un patto, che è un metodo di lavoro.

La premessa da cui parte il presidente del Consiglio è che la sensazione del disagio sociale sta diventando sempre più marcata. I sindacati parlano di emergenza, che richiede ulteriori interventi per aiutare lavoratori, famiglie e imprese, alle prese con la corsa dell’inflazione, i rincari dell’energia e l’impatto della guerra in Ucraina.  Una consapevolezza ben presente nel governo, pronto a fare ulteriori passi.

Del resto, anche il Def – come sottolineato dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando, che insieme al premier ha incontrato i sindacati – “non è un fatto compiuto” né si considera “esaustivo”.

E si apre la via del dialogo, che vede già in calendario l’impegno indicato dallo stesso Draghi di convocare un nuovo incontro dopo Pasqua con i sindacati e anche con Confindustria e le altre associazioni datoriali.

Le stesse imprese sono in allarme: “Lo shock energetico e il caro prezzi delle materie prime stanno mettendo seriamente a rischio la tenuta e la capacità di produzione”, torna ad ammonire il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi.

Intanto, l’idea di un Patto sociale piace innanzitutto alla Cisl, che da mesi la sostiene e richiama gli accordi di concertazione degli anni ’90 del governo Ciampi. Ovviamente, dicono tutti, va riempito di contenuti. Cgil e Uil apprezzano in particolare il metodo con la prospettiva di un confronto continuo; sul merito chiedono le risposte che finora, sostengono, non ci sono state, anche sui temi rimasti aperti come quello della riforma delle pensioni.

Intanto i 5 miliardi per i nuovi aiuti previsti nel Documento di economia e finanza varato ieri non sono sufficienti, per i sindacati, d’accordo anche su uno scostamento di bilancio e per tassare di più gli extra profitti: il 10% è poco, come ripetono il numero uno della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ed i segretari confederali della Cisl, Giulio Romani e Ignazio Ganga, che partecipano all’incontro a Palazzo Chigi al posto del numero uno, Luigi Sbarra, non presente perché da qualche giorno contagiato dal Covid.

Sul tavolo arriva anche la proposta che rilancia la Cgil, con il segretario generale Maurizio Landini, di introdurre un prelievo di solidarietà in questa fase straordinaria, per raccogliere maggiori risorse tra chi ha i redditi e i patrimoni più alti.

Una proposta che non chiama patrimoniale, ma un contributo straordinario sulle grandi ricchezze: anche solo introdurre un’imposta pari all’1% sui patrimoni sopra un 1,3 milioni darebbe un gettito potenziale di 6 miliardi, è il calcolo della Cgil. Un’ipotesi che non trova la sponda del governo: “Non sta ipotizzando alcun tipo di nuovo prelievo”, chiarisce la sottosegretaria al Mef, Maria Cecilia Guerra.

“A livello personale” ritiene, però, che gli effetti dell’inflazione “non stiano colpendo tutti allo stesso modo”, l’incidenza degli aumenti “è più forte sulle famiglie più povere”. Per questo “politiche di redistribuzione non mi sembrerebbero una cosa sbagliata”, dice.

Ed è proprio la corsa dei prezzi con i rincari dall’energia agli alimentari, che alleggeriscono il potere d’acquisto di buste paga e pensioni, che apre la discussione su come tutelare i salari dall’inflazione e anche sul riordino delle tipologie contrattuali. Temi – pensioni, precarietà, salari, misure sociali – su cui proseguirà il dialogo sociale, assicura Orlando, anche se la loro “gerarchia dopo la guerra è cambiata.

Al centro dell’attenzione – sottolinea – c’è il tema della tenuta salariale, dei meccanismi di adeguamento dei salari alla luce dell’inflazione” che devono essere riconsiderati ora “con più urgenza”.

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