Stretta dell’Oklahoma sull’aborto, divieto quasi totale

Manifestazione contro l'aborto in Alabama.
Manifestazione contro l'aborto in USA. Archivio. (ANSA)

WASHINGTON.  –  Nuova stretta sull’aborto negli Usa in uno stato a guida repubblicana. Il parlamento dell’Oklahoma ha approvato un disegno di legge che vieta l’interruzione della gravidanza in qualsiasi momento, tranne che per salvare la vita della madre incinta, e punisce i trasgressori con una multa sino a 100 mila dollari o una pena fino a 10 anni di galera.

Si tratta di una delle misure più rigide dopo quelle di Texas, Idaho e Florida in attesa a giugno di una sentenza della Corte Suprema che potrebbe potrebbe ribaltare o indebolire in modo significativo la storica sentenza Roe v. Wade, quella che garantisce il diritto all’aborto negli Stati Uniti da quasi 50 anni. Mentre in molti stati repubblicani è iniziata un’altra battaglia, quella contro la pillola abortiva.

Il provvedimento passato in Oklahoma, con una schiacciante maggioranza di 70 voti contro 14,  deve essere ora firmato dal governatore repubblicano Kevin Stitt, che si è già detto favorevole, e dovrebbe entrare in vigore il 26 agosto. I repubblicani hanno accelerato sull’approvazione della misura perché  temevano che lo stato diventasse una sorta di porto sicuro per tante donne che arrivavano dal vicino Texas dove l’aborto è vietato dalla sesta settimana in poi, anche in caso di stupro o incesto.

Una delle leggi più rigide in vigore negli Stati Uniti che lo stesso presidente americano Joe Biden ha criticato definendola “un attacco ai diritti delle donne” e chiedendo lo stop della Corte Suprema. “Se sarà approvata questa nuova misura in Oklahoma avrà un effetto devastante sia per gli abitanti dello stato che per le donne texane che qui cercano assistenza”,  ha denunciato una coalizione di gruppi per il diritto all’aborto secondo i quali “quasi la metà delle pazienti arrivate in questo mese  provenivano dal Texas”.

Sono sempre di più gli Stati a guida repubblicana che stanno inasprendo le leggi contro l’interruzione di gravidanza. L’Idaho ha seguito l’esempio del Texas ponendo il limite a sei settimane. La Florida, guidata dalla stella del partito e tra i papabili nella corsa alla Casa Bianca nel 2024 Ron DeSantis, ha approvato il divieto di aborto dopo la quindicesima settimana anche in caso di stupro, incesto o tratta di esseri umani. Idem per l’Arizona, dove il governatore Doug Ducey sta varando restrizioni sull’interruzione di gravidanza da quando ha assunto l’incarico nel 2015. Verso il divieto dopo la quindicesima settimana anche il Mississippi.

Di recente la battaglia di repubblicani e gruppi pro-vita si sta spostando anche sulla pillola abortiva che per molte donne sinora era stata una soluzione sicura per aggirare le rigide restrizioni di alcuni stati senza rischiare la vita.

Secondo il New York Times solo nei primi tre mesi di quest’anno sono state oltre 100 in 22 stati le proposte di stretta contro il farmaco. L’aborto è un tema sensibile per Biden che è sotto attacco degli attivisti per non aver preso nessun provvedimento per garantire il diritto all’interruzione di gravidanza. Il presidente ha solo sfiorato l’argomento durante il discorso msullo Stato dell’unione un mese fa parlando genericamente del diritto di scelta delle donne.

(di Benedetta Guerrera/ANSA).

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