Coronavirus Italia: frenano i casi, ma risalgono intensive in sette giorni

Reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Cremona
Reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Cremona.

ROMA. – Alla vigilia dell’allentamento delle misure anti-Covid, che da domani 1 aprile vedranno un alleggerimento a partire dall’utilizzo del green pass, i dati sull’andamento dell’epidemia di Covid-19 in Italia fanno registrare una stabilizzazione del numero dei casi su base settimanale. Frena, dunque, l’aumento dei contagi, ma crescono gli ingressi nelle terapie intensive nell’arco di 7 giorni. Mentre l’occupazione dei reparti ospedalieri ordinari da parte di pazienti Covid si mantiene sulla soglia di allerta fissata al 15%.

Su base giornaliera, i dati del bollettino del ministero della Salute indicano una diminuzione delle nuove infezioni. Sono 73.195 i nuovi contagi nelle ultime 24 ore rispetto ai 77.621 di ieri. Le vittime sono invece 159, in calo rispetto alle 170 del giorno precedente. Il tasso di positività è al 15%, stabile rispetto al 14,8% di ieri. Sul fronte ospedaliero, sono 468 i ricoverati in intensiva, 13 meno di ieri, ed i ricoverati nei reparti ordinari sono 9.898 (+27).

Dopo due settimane di netto incremento, rileva il nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe, dal 23 al 29 marzo c’è stata una sostanziale stabilità dei nuovi casi di Covid-19, che sono stati 504.487 rispetto a 502.773 della settimana precedente (+0,3%). Un quadro epidemiologico, commenta Gimbe, in cui è tuttavia “difficile fare previsioni”. Se la corsa del virus SarsCoV2 rallenta sul fronte dei contagi, resta però alta l’allerta sugli ospedali.

Sempre nella settimana 23-29 marzo, secondo i dati Gimbe, aumenta l’occupazione dei posti letto in area medica da parte dei pazienti con Covid-19 e si inverte la tendenza in terapia intensiva, che era ormai da diverse settimane in calo. I ricoveri con sintomi sono stati 9.740 rispetto a 8.969 della settimana precedente, pari a +8,6%, mentre sono 487 i ricoveri in terapia intensiva rispetto a 455 di sette giorni prima, pari a +7%. E dopo 6 settimane consecutive di calo, iniziano a ricrescere anche i decessi: sono 953 negli ultimi 7 giorni (+ 3,1%).

Sempre rispetto all’occupazione degli ospedali, i dati dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) fotografano invece la situazione relativa alle ultime 24 ore, che indica come l’occupazione dei reparti ospedalieri di area non critica da parte di pazienti Covid sia ferma al 15% – ovvero alla soglia di allerta – a livello nazionale ma cresce in 7 regioni, arrivando a superare il 20% in 8 regioni.

L’occupazione delle terapie intensive, invece, è stabile al 5% in Italia, ovvero sotto la soglia di allerta del 10%, ma raggiunge il 12% in Calabria e l’11% in Sardegna. Proprio queste due Regioni vengono indicate come a rischio anche dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica (Altems), il cui Report settimanale rileva che al 28 marzo le due regioni hanno numeri da zona gialla superando, cioè, le soglie di allerta per l’occupazione di terapie intensive e reparti.

Arranca infine, avverte Gimbe, la campagna vaccinale: è in ulteriore calo nell’ultima settimana il numero di somministrazioni (302.123), con una media di 43.160 al giorno, e si riducono del 14,1% le terze dosi e del 21,9% i nuovi vaccinati.

(di Manuela Correra/ANSA)

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