Qatar scrive suo Mondiale, melina Infantino sul biennale

Il presidente della FIFA Gianni Infantino.
Il presidente della FIFA Gianni Infantino. (ANSA)

DOHA.  –  “Mi viene da piangere”: Gianni Infantino, origini italiane e progetti rivoluzionari per il Mondiale, da presidente Fifa non nasconde la delusione per la mancata qualificazione degli azzurri a Qatar 2022.

La prima edizione della Coppa del Mondo in un paese arabo prende forma domani a Doha con un sorteggio che vede i campioni d’Europa grandi assenti, il Brasile tornato in vetta al ranking mondiale, e sullo sfondo due questioni sospese: quella dei diritti umani nel paese ospitante, e la proposta di portare da 4 a 2 la cadenza del Mondiale.

“Veramente non l’abbiamo mai proposto – la frenata di Infantino nel congresso del calcio mondiale, davanti a tanti oppositori dell’innovazione – Stiamo sondando il terreno”. Ma quando poi, ai microfoni RaiSport, ha parlato della delusione italiana, Infantino ha lasciato intendere che il discorso é solo rimandato: “É la seconda edizione di fila senza azzurri, se si qualificano al prossimo saranno 12 anni senza mondiale, triste per i giovani: ma é cosí, si qualificano in 32, ogni quattro anni, per ora…”.

Dopo il Consiglio di ieri, oggi è stato il turno del Congresso annuale, che ha visto la presenza anche di una delegazione della Russia, nonostante la sospensione della federazione calcistica e della nazionale di quel paese. Dura la reazione dell’ambasciatore dell’Ucraina in Qatar, Andryi Kuzmenko, che ha chiesto l’espulsione immediata dei russi “perché hanno perpetrato crimini, hanno fatto ricorso al terrore e hanno violato tutte le regole della civiltà”.

Quanto alle urne, nessuna sorpresa. Fa testo il ranking Fifa aggiornato proprio oggi, in cui l’Italia rimane sesta nonostante l’eliminazione ad opera della Macedonia: come dire che i rimpianti aumentano.

La nazionale del paese ospitante, il Qatar, come da tradizione verrà inserita nel girone A, per il resto le teste di serie sono Brasile, Belgio, Francia, Argentina, Inghilterra, Spagna e Portogallo. Come previsto, le tre X di coloro che giocheranno gli spareggi di giugno sono state inseriti nell’urna delle squadre teoricamente più deboli, con un “paletto”: se in un gruppo ci saranno già due rappresentative europee, chi prevarrà tra Galles, Scozia e Ucraina non verrà inserito in quello stesso raggruppamento. A margine di tutto ciò anche la precisazione che non si è mai discusso di un’eventuale esclusione dell’Iran per il divieto di accesso alle donne in occasione della partita contro il Libano.

Ma il vero protagonista di giornata è stato il presidente della Fifa Gianni Infantino, con il suo discorso in cui, fra l’altro, si è candidato per un terzo mandato, che sarà anche l’ultimo visto che non potrà andare oltre. A colpire è stata soprattutto la frenata sul progetto nato dalla commissione guidata da Arsene Wenger. “Voglio essere molto chiaro: la Fifa non ha mai proposto una Coppa del Mondo biennale – le parole di Infantino -. Il Congresso ha incaricato con un voto l’amministrazione Fifa di studiare la fattibilità di un Mondiale ogni due anni. Siamo giunti alla conclusione che era fattibile e che avrebbe avuto ripercussioni, un impatto. La fase successiva è la consultazione, la discussione, la ricerca di un accordo e dei compromessi”.

L’impressione è che, vista la ferma opposizione di Fifa, Conmebol e del Cio, Infantino abbia deciso di battere in ritirata. Anche se ora dovrà mantenere la promessa di aumentare (e non di poco) i contributi alle 211 federazioni nazionali affiliate. Il presidente della Fifa non renuncia invece, e lo ha detto, all’idea del Mondiale per club (“solo in Europa non gli danno importanza”) a 24  squadre da giocare ogni quattro anni.

Nel congresso, é andato in scena anche una disputa sul tema dei diritti umani. “Sono rimasti in panchina, come la democrazia”, ha accusato Lise Klaveness, la presidente della federcalcio norvegese. La nazionale di Haaland non é qualificata, ma ad Oslo nei mesi scorsi é andato in scena un dibattito se boicottare o meno l’edizione qatariota, in caso di pass per la Coppa. “Qui non é tutto perfetto, ma nessun posto al mondo é il paradiso  – la replica di Infantino – Se guardiamo indietro, tutti i cambiamenti avvenuti sui diritti umani e i diritti dei lavoratori non sarebbero avvenuti così velocemente se non ci fosse stata l’organizzazione dei Mondiali”. Il riferimento é all’abolizione dalla “kafala”, sistema che rende i dipendenti quasi proprietà del datore di lavoro, e l’introduzione di un salario minimo.

Poi da Infantino un po’ di autocelebrazione (“se dopo la pandemia siamo riusciti a tornare a giocare è stato possibile solo grazie al modo in cui la Fifa è governata oggi”) e un appello per la pace: “non siamo così ingenui da credere che il calcio, la cosa più importante delle meno importanti, possa risolvere tutti i problemi – le parole di Infantino  -. Guardo all’Ucraina con il cuore pesante: l’ultimo Europeo che ho organizzato, come segretario generale dell’Uefa, era in Polonia e Ucraina. La mia ultima finale è stata a Kiev. E l’ultimo mondiale a cui ho lavorato da presidente Fifa è stato in Russia. É stato sicuramente un grande evento sportivo e culturale, ma non ha risolto i problemi del mondo e nemmeno di quella regione: il mio appello è a tutti coloro che hanno un po’ di potere, in posizioni politiche importanti, vi prego di fermare i conflitti e le guerre. Dobbiamo dialogare anche con il vostro peggior nemico”.