Fatturato dell’industria torna al top, spinta da energia

Un operaio al lavoro in un industria metalmeccanica.

ROMA. – Sale il fatturato dell’industria a gennaio, che recupera la caduta di dicembre e segna un forte incremento rispetto ad un anno prima, trainato ancora dal comparto energetico.

Gli ultimi dati Istat indicano, infatti, una crescita del 2,3% su base mensile, che raggiunge il valore massimo dall’inizio della serie storica (gennaio 2000), e del 16,9% su base annua. Una crescita, quest’ultima, spinta dal fatturato del settore energia – che include l’industria estrattiva di materie prime energetiche (petrolio, gas naturale, lignite) e l’industria della raffinazione – che registra l’incremento annuo più alto tra i raggruppamenti principali di industrie, con un +49,6%.

Gli aumenti del settore energia spingono anche l’andamento dei prezzi alla produzione, la cui crescita resta sostenuta. A febbraio, sempre secondo i dati Istat, quelli dell’industria salgono dello 0,4% nel confronto mensile e del 32,8% nel confronto annuo. A sostenere i rialzi, si conferma il comparto energetico dove i prezzi alla produzione dell’industria segnano +112,3% rispetto a febbraio 2021; rispetto a gennaio 2022, invece, scendono con un -0,5%.

Tuttavia l’andamento nel complesso dei prezzi alla produzione dell’industria considerato al netto dell’energia si ferma ad un +0,9% su mese e +11,1% su anno. Più contenuta la crescita dei prezzi alla produzione delle costruzioni per “Edifici residenziali e non residenziali”  (+0,4% su base mensile e +6,8% su base annua) e di “Strade e Ferrovie” (+0,2% sul mese e + 5,7% sull’anno).

Tra rincari e impatto del conflitto in Ucraina, ne risentono l’economia e la fiducia delle famiglie tra cui peggiorano le attese anche a livello europeo. A marzo l’indice del sentiment economico (Esi) cala nell’area euro (-5,4 punti a 108,5) e nell’Ue (-5,3 punti a 107,5), principalmente a causa del crollo della fiducia dei consumatori (-9,4): le valutazioni delle famiglie sulla propria situazione finanziaria futura nell’Ue scendono ai minimi storici, come rileva la Commissione europea.

Tra le maggiori economie europee, l’Esi cala con decisione in Francia (-7,1), Spagna (-6,5) e Germania (-4,3) e in maniera meno marcata in Polonia (-3) e Italia (-2,6). In lieve recupero nei Paesi Bassi (+0,5).

In attesa di misurare l’andamento del fatturato dell’industria dopo lo scoppio della guerra e l’eventuale nuovo impatto dall’energia, intanto il dato sul fatturato di gennaio è “inaspettatamente positivo, ma falsato dall’effetto caro bollette di luce e gas e dagli extra-profitti delle industrie energetiche che gonfiano il fatturato complessivo”, comenta l’Unione nazionale dei consumatori, sottolineando che invece per tutte le altre imprese e per le famiglie i maggiori costi di luce e gas sono diventati “proibitivi”, con conseguenze su spese e consumi.

Costi maggiori che gravano anche sulle aziende agricole: più di una su dieci (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività, mentre il 30% si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo proprio per effetto dell’aumento dei costi, afferma Coldiretti.

(di Barbara Marchegiani/ANSA).

Lascia un commento