Ministro Bianchi: “Concorso prof inadeguato, ereditato dal passato”

Il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi in conferenza stampa a Roma
Il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi in conferenza stampa a Roma, 2 Settembre, 2021. ANSA/FABIO FRUSTACI/POOL

ROMA. – “E’ un concorso che noi abbiamo ereditato dal passato, con una modalità di organizzazione anche delle prove che si è dimostrata non adeguata”. Con queste parole il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha replicato oggi alle polemiche nate in seguito all’altissima percentuale di bocciati – in alcuni casi anche del 90% – nelle prove dedicate agli aspiranti insegnanti delle scuole medie e superiori.

Dichiarazioni definite “inconcepibili” dal Movimento 5 stelle che ricorda al titolare dell’Istruzione di aver firmato lui stesso la nuova modalità di selezione dei prof. La stessa ex ministra, Lucia Azzolina, si dice “stupita”. “Sono parole molto avventate – aggiunge -. Spero si tratti di una svista, altrimenti vuol dire che il ministro firma atti a sua insaputa”.

A scatenare le polemiche è stato il concorso per docenti di scuola secondaria di primo e secondo grado al quale stanno partecipando oltre 500 mila candidati e che ha avuto un elevatissimo numero di bocciati. Un caso di cui si sono fatte carico anche le associazioni dei consumatori che hanno già annunciato maxi-ricorsi al Tar.

“Questo era l’ultimo passaggio di una storia precedente, che ha dimostrato tutti i limiti, non c’è nessun dubbio”, – ha detto Bianchi annunciando l’intenzione del governo di “andare verso concorsi annuali”. “Se anche il ministro Bianchi oggi riconosce l’inopportunità dei cosiddetti ‘quiz a crocette’ per valutare la preparazione e la professionalità dei docenti – spiega il M5s – ascolti la nostra richiesta e modifichi i criteri dei concorsi introducendo, così come fatto per il concorso ordinario bandito dal governo Conte II, prove scritte a risposta aperta”.

Critiche da Fratelli d’Italia che parla di “metodo fallimentare”, mentre la Lega, per bocca del senatore Mario Pittoni, rilancia la proposta di riforma del concorso del Carroccio che “esclude i test a crocetta”. “Il problema non è il concorso ma la metodologia affidata a un principio meramente nozionistico – rincara la dose l’Associazione Nazionale Presidi -. In questo modo selezioniamo solo cultori della materia ma non docenti. A cosa servono le domande con le crocette? I concorsi non possono funzionare per le dimensioni del sistema. L’unico modo è affidarli alle scuole. Dovremmo far selezionare alle stesse scuole il docente che deve insegnare lì”.

Intanto a far discutere sono anche le “istruzioni” del Vaticano per le assunzioni di insegnanti e altro personale nelle scuole cattoliche. Secondo le indicazioni della Santa Sede, che considera questi ruoli un “munus e ufficio ecclesiale”, bisogna tenere conto dell’ “identità” peculiare di questi istituti e gli addetti che non la rispettano possono essere licenziati. I docenti – spiega il Vaticano – devono distinguersi “per retta dottrina e per probità di vita”.

“I docenti e il personale amministrativo che appartengono ad altre Chiese, comunità ecclesiali o religioni, nonché quelli che non professano alcun credo religioso, dal momento dell’assunzione hanno l’obbligo di riconoscere e di rispettare il carattere cattolico della scuola”.

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