Ue vara decalogo profughi: “Paesi stilino piani d’aiuti”

Accoglienza profughi Ucraini da parte della Protezione civile in Stazione Centrale, Milano
Accoglienza profughi Ucraini da parte della Protezione civile in Stazione Centrale, Milano, 16 marzo 2022, ANSA / PAOLO SALMOIRAGO

BRUXELLES.  – “Oggi l’Europa dà il meglio di sé”. Il titolo della giornata lo dà Margaritis Schinas, il vicepresidente della Commissione Ue incaricato di promuovere lo stile di vita europeo.

La sfida è consistente: tradurre in misure pratiche l’accoglienza assicurata dall’Ue ai rifugiati ucraini colpiti dalle bombe di Putin – grazie alla direttiva sulla “protezione temporanea” adottata per la prima volta nella storia dell’Unione.

Il Consiglio ha dunque varato un piano in 10 punti per aiutare i profughi e, al contempo, rispondere alle legittime inquietudini dei Paesi più interessati dall’esodo.

Il tema, infatti, sta montando. In Italia ma non solo. Germania e Polonia hanno inviato una lettera alla Commissione in cui chiedono “sostegno finanziario immediato” e meccanismi per “facilitare” i viaggi all’interno degli Stati membri. Varsavia è ovviamente in prima linea, con “oltre 2 milioni di persone” transitate dai suoi confini. Ma anche i Paesi inmediatamente confinanti – come la Germania appunto – iniziano ad avere i loro problemi. Stando a Ylva Johansson, commissaria europea per gli Affari Interni, “Austra e Repubblica Ceca sono al secondo e al terzo posto” per rifugiati accolti.

I numeri dell’esodo, ha precisato, al momento “stanno calando” – ovvero circa 50-40mila al giorno rispetto a un picco di 100-200mila – ma è necessario avere un piano ben oliato per gestire l’emergenza, attuale e potenzialmente futura (che dipende anche dal destino dei milioni di sfollati interni in Ucraina).

“La piattaforma di solidarietà dell’Ue, istituita dalla Commissione, fungerà da perno operativo per il coordinamento con i Paesi membri, con le autorità ucraine competenti e le controparti”, si legge allora nel pacchetto presentato oggi. Nello specifico. Largo a “un portale di registrazione” per i profughi, così da combattere gli eventuali abusi, specie per donne minori e persone disagiate. Controlli aggiuntivi sul fronte della sicurezza grazie al coinvolgimento dell’Europol.

“La piattaforma di solidarietà” esaminerà poi “le esigenze degli Stati membri in termini di capacità di accoglienza” per far corrispondere le offerte dei Paesi che possono fornire aiuto a coloro che hanno bisogno di sostegno e “aiuterà” a organizzare i trasferimenti dagli Stati più “sotto pressione”. La ministra Luciana Lamorgese, titolare del Viminale, ha precisato che non si sta lavorando a delle “quote” e che i viaggi dei profughi resteranno su base “volontaria” ma al contempo ha sottolineato che l’Italia sta valutando un meccanismo di aiuti economici per l’assistenza ai profughi, anche tramite “i comuni” e “il commissario alla protezione civile”. “L’Italia – dice – associa il principio di solidarietà a quello di responsabilità e farà la sua parte”.

Il sindaco di Bari e presidente Anci, Antonio Decaro, ha notato come sia essenziale ora arrivare a un pieno coordinamento dei vari livelli della pubblica amministrazione. “Più passa il tempo e più diventa urgente definire un protocollo unico che ci permetta di fare ognuno la propria parte”. L’Italia, con un’ordinanza della Protezione civile, dovrebbe varare un importo “tra i 300 e i 350 euro” per ogni profugo ucraino adulto titolare della protezione temporanea e di “150 euro per ogni minore” (per l’autonoma sistemazione). Contributo che potrà essere erogato per “un massimo di 60mila persone e per una durata di 90 giorni”.

Per quanto riguarda invece l’assistenza diffusa – che è prevista per circa 15mila persone – l’importo destinato alle associazioni del terzo settore dovrebbe essere di circa 30 euro. L’Ue, dal canto suo, è consapevole che servirà il suo intervento finanziario e chiede ai Paesi membri di stilare piani nazionali “per far fronte alle esigenze a medio e lungo termine”.

Il bilancio Ue offre già diverse opzioni: uso flessibile dei fondi di coesione 2014-2020, il REACT-EU con una tranche per il 2022 fino a 10 miliardi di euro, compresa una quota immediata da 3,4 miliardi per le spese urgenti. I quattrini dunque ci sono ma, come sempre, bisogna essere capaci di spenderli.

(di Mattia Bernardo Bagnoli/ANSA).

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