Coronavirus Italia: dal 24 febbraio cinquemila morti, lieve salita intensive

Sanitari nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Casal Palocco.
Sanitari nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Casal Palocco. ANSA/GIUSEPPE LAMI

ROMA. – Resta stabile a livello di valore nazionale l’occupazione negli ospedali dei posti da parte dei malati di Covid con valori fermi al 5% per le terapie intensive e al 14% per i reparti di area non critica. Ma i primi segnali di allerta arrivano da alcune regioni i cui tassi di occupazione nelle terapie intensive registrano segnali di ricrescita.

E dal 24 febbraio, giorno di inizio del conflitto in Ucraina, ad oggi “abbiamo superato la soglia dei 5000 morti per Covid: con i dati odierni arriviamo a 5018 nuovi decessi. Non dobbiamo dimenticarci di quest’altra guerra, che fa meno rumore ma che continua a mietere tante, troppe vittime” è il monito del Presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli.

“Incoraggiamo il Ministro della Salute, Roberto Speranza, a spingere per l’adozione di tutte le misure necessarie per raffreddare le curve, abbattere i contagi e, di conseguenza, ridurre la mortalità, ancora troppo elevata – aggiunge -. Invitiamo il Governo a non abdicare al ruolo di rendere sicuri i rapporti sociali, in nome di una certo auspicata ma non ancora raggiunta fine della pandemia”.

Anche i dati giornalieri segnano aumenti nelle terapie intensive, seppur contenuti e molto lontani rispetto a quando la popolazione non era protetta dal vaccino. In Campania c’è un aumento del 2% e la regione raggiunge il 7% di occupazione, seguita dalla Calabria (+1; 8%), Friuli Venezia Giulia (+1; 2%) e Trento (+1; 2%). Diminuisce l’occupazione delle intensive di un punto in Emilia Romagna, Puglia, Sicilia e Veneto.

Per le aree non critiche si registra una crescita in Basilicata (+2; 29%), sempre in Campania (+1;16%) e Bolzano (-3; 11%). I dati di oggi risentono dell’ “effetto fine settimana”, con la consueta riduzione dei numeri, ma sono 59.555 i nuovi contagi da Covid nelle ultime 24 ore, secondo il ministero della Salute. Sabato erano stati 73.357. Le vittime sono invece 82, in calo rispetto alle 118 di sabato.

Sono di meno anche i tamponi effettuati: 384.323. Sabato erano stati 504.185. Il tasso di positività è in risalita: al 15,5%, in crescita rispetto al 14,5% di ieri. Sono poi 464 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 12 in più di ieri nel saldo tra entrate e uscite, quando già si registrava per altro un aumento proprio in questi reparti. Gli ingressi giornalieri sono 40.

I ricoverati nei reparti ordinari sono 9.181, ovvero 158 in più rispetto a ieri. In attesa di vedere cosa accadrà nei prossimi giorni con l’auspicio di un veloce superamento del picco, Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, auspica che la diffusione del Covid sia meno minacciosa nel prossimo autunno.

“Anni intensi. Un percorso a ostacoli tra virus, sue varianti, strumentalismi e paure, voglia di lottare e tentativi di minimizzare. Ora siamo qui – scrive Vaia – senza paura e con la consapevolezza che abbiamo gli strumenti giusti. Le terapie funzionano e l’autunno, dopo una primavera di rinascita, sarà per noi meno minaccioso perché sarà come affrontare un percorso ormai noto. Vaccini aggiornati per le fasce che le competenti autorità indicheranno e terapie gratuite e accessibili per tutti, dispensate nelle farmacie”.

(di Maria Emilia Bonaccorso/ANSA)

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