Qui Londra, nel mirino “la figliastra di Lavrov”

il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov.
Il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov. (ANSA-EPA/RUNGROJ YONGRIT

LONDRA. – C’è anche il nome della 26enne Polina Kovaleva, titolare di un appartamento di lusso nella cuore della Londra dorata, a Kensington, e additata dal governo britannico come figlia di primo letto della presunta “amante” del ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, nella lista aggiornata dei target delle sanzioni anti Mosca imposte dalla compagine Tory di Boris Johnson.

Lista nera che si allunga di settimana in settimana, fra le ritorsioni alzo zero dell’Occidente all’invasione dell’Ucraina. Lo sottolinea con un riferimento specifico ad personam la ministra degli Esteri Liz Truss, precisando come l’elenco britannico comprenda ormai “più di 1.000 fra individui e aziende” ritenuti in un modo o nell’altro legati al sistema di potere del presidente Vladimir Putin.

I nuovi reprobi sono 65, fra persone fisiche e giuridiche, spiega la la titolare del Foreign Office, bollandoli tutti indistintamente come “complici dell’assassinio di civil innocenti” imputato alle forze russe; e avvertendo il Cremlino o chi lo fiancheggia a qualsiasi titolo di “non farsi illusioni” che qualcuno possa più essere risparmiato. Anche in quello che fu a lungo il porto sicuro del cosiddetto Londonistan sul Tamigi per tante inopinate ricchezze provenienti dall’ex Urss.

Kovaleva, studentessa laureata all’Imperial College, resulta proprietaria in effetti di una residenza londinese milionaria. Residenza che la sua condizione e la sua età non giustificano.

Salvo metterla in relazione con il partner convivente (un finanziere, pare). O più probabilmente con sua madre, Svetlana, indicata da tempo dal gossip moscovita come la compagna non ufficiale del veterano Lavrov, sposato e separato (ma non divorziato): ossia dell’uomo da cui Truss non dimentica d’essere stata umiliata pubblicamente, presa in castagna per un’imbarazzante gaffe geografica, al suo debutto a Mosca prima della guerra in veste di capo della diplomazia britannica.

Quasi un caso personale per la ministra di Johnson, in un elenco di neo-sanzionati che pure comprende nomi di ben altro peso economico, fra imprese e magnati le cui risorse vengono stimate in centinaia di miliardi di dollari. Società come Wagner Group, ad esempio, che arruola mercenari; come altre sei banche russe di primo piano: come il colosso ferroviario russo Russian Railways, quello dei diamanti Alrosa; o ancora l’industria militare Kronstadt, che produce droni in dotazione all’ex Armata Rossa.

E individui quali il petroliere Ievgheni Shvidler, socio in diversi affari del già bersagliato Roman Abramovich, o Gherman Gref, già ministro dell’Economia liberale all’inizio dell’era Putin e oggi amministratore delegato di Sberbank, il maggiore istituto di credito russo. Ma che secondo Truss sembrano meritare d’essere citati solo dopo “la figliastra” della sua nemesi Lavrov.

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