La Nato promette più armi a Zelensky

Il segretario generale, della Nato Jens Stoltenberg, durante la conferenza stampa.
Il segretario generale, della Nato Jens Stoltenberg, durante una conferenza stampa. (ANSA)

ROMA.  –  La Nato, riunita oggi al vertice a Bruxelles, continua a negare al presidente ucraino Volodymyr Zelensky – che ha partecipato alla riunione – gli “aiuti militari senza restrizioni” che ha chiesto per difendersi dall’invasione russa, ma il presidente americano Joe Biden sottolinea: “Continueremo a sostenerlo e a sostenere il suo governo con una significativa assistenza di sicurezza per combattere contro l’aggressione russa”.

“Siamo impegnati a identificare ulteriori apparecchiature, inclusi sistemi di difesa aerea, per aiutare l’Ucraina”, ha aggiunto Biden, mentre la Nato ha deciso di dislocare altri quattro battlegroup sul fronte Est, in particolare in Bulgaria, Romania, Slovacchia e Ungheria.

Il segretario dell’Alleanza Jens Stoltenberg – il cui mandato, in scadenza, è stato esteso fino a settembre del 2023 – ha spiegato inoltre che fra gli equipaggiamenti che la Nato invierà in Ucraina ci sono “armi anti carro, difese anti missili e droni, che si sono dimostrati molto efficaci”.

Stoltenberg si è detto anche preoccupato dal fatto che la Russia “sta cercando di creare una sorta di pretesto accusando l’Ucraina, gli Usa e gli alleati della Nato prepararsi ad usare armi chimiche e biologiche, e abbiamo visto prima che questo modo di accusare gli altri è effettivamente una via per creare un pretesto per fare lo stesso loro stessi”.

Nel comunicato ufficiale dopo il vertice, gli alleati si impegnano a migliorare “la nostra preparazione e prontezza per le minacce chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari”.

“Le accuse contro l’Ucraina sono assolutamente false e qualsiasi uso di armi chimiche cambia totalmente la natura del conflitto e avrà ampie conseguenze diffuse”, ha precisato il segretario della Nato. Ma Mosca ha detto oggi che 30 laboratori utilizzati per lo sviluppo di armi biologiche sono stati localizzati in 14 siti in Ucraina. La Casa Bianca ha annunciato la creazione di piani di emergenza nel caso in cui la Russia dovesse usare armi chimiche, biologiche o nucleari, e la bozza del comunicato finale del vertice G7 include anch’essa una messa in guardia a Putin sull’uso di queste armi non convenzionali.

Sul terreno, intanto, la situazione sembra ancora in stallo: le truppe russe mantengono le loro posizioni sui tre fronti dell’offensiva, senza registrare avanzamenti significativi, e proseguono il loro bombardamento delle città ucraine, con pesanti perdite fra la popolazione civile. Secondo l’ultimo bilancio dell’Onu, il numero accertato di civili uccisi dall’inizio dell’invasione ha superato la soglia dei mille e il numero reale sarebbe in realtà molto superiore.

Sempre secondo le Nazioni Unite, sono ormai 3,7 milioni (su una popolazione di 44 milioni) le persone fuggite dall’Ucraina. La metà sono bambini. In Italia finora sono arrivati circa 67mila, fra i quali solo 5.000 uomini, nonché 277 minori non accompagnati.

Dopo le polemiche dei giorni scorsi sull’evacuazione dei civili da Mariupol, Kiev ha denunciato che, oltre a continuare a bombardare i convogli umanitari, Mosca ha “deportato” almeno 6mila abitanti della città verso la Russia, e “sono già ora nei campi russi dove potrebbero essere usati come ostaggi”.

Fra i principali sviluppi bellici: è stata distrutta una nave da sbarco anfibio russa nel porto di Berdyansk, in mano a Mosca, ancora colpi d’artiglieria della marina russa contro il porto di Odessa e missili sul centro di Kharkiv, la seconda città dell’Ucraina. Secondo il governatore locale, la regione è stata colpita da 44 attacchi nelle ultime 24 ore. Kiev denuncia che “la guerra ha privato parzialmente o completamente di acqua potabile i residenti di Mariupol, Mykolayiv, Kharkiv, Okhtyrka, Izyum, Makarov, Pologi, Vasylivka Orikhiv, Huliaipil, Chernihiv, Trostyanets e molti altri insediamenti”.

La Borsa di Mosca – le cui operazioni erano state sospese il 28 febbraio – ha chiuso oggi in forte rialzo: l’indice Moex ha chiuso a +4,37%, ma questo rialzo, con contratti solo su 33 titoli della cinquantina nel listino, è stato artificialmente agevolato dal governo, che ha vietato lo short selling e le vendite di azioni da parte degli stranieri, oltre ad acquistare titoli attraverso il fondo sovrano. Commento ironico degli Usa: “Quello che stiamo vedendo è un farsa: l’apertura di una Borsa Potiomkin”, in allusione ai villaggi di cartapesta che, secondo la leggenda, l’omonimo principe fece costruire per impressionare l’imperatrice – e sua amante – Caterina II.

E mentre Stoltenberg avverte Pechino di non dare supporto militare a Mosca, proprio il giorno dopo il voto della Cina (unica a farlo) a fianco della Russia all’Onu sulla situazione ucraina, l’Institute of International Finance sostiene che da quando la Russia ha invaso l’Ucraina si è assistito a un deflusso “senza precedenti” di investitori in Cina, in quello che è un cambio “molto inusuale” nel flusso globale di capital nei mercati emergenti, con flussi in uscita “senza precedenti sulla dimensione e nell’intensità”.

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