Presentati dati “Costo sociale e sanitario della sedentarietà”

Un uomo disteso sul divano e sotto il suo cane accucciato. Sedentarietà
Sedentari si muore: il pericolo invisibile della sedentarietà © Ansa

ROMA. – Le differenze tra Nord e Sud Italia frenano la diffusione della pratica fisica e sportiva, con conseguenze negative per la salute, la spesa pubblica e lo stile di vita della popolazione, con particolare riferimento ai minori. Questa è la fotografia di estrema sintesi che emerge dalla ricerca “Il costo sociale e sanitario della sedentarietà”, realizzata da Svimez e da Uisp, con il sostegno di Sport e Salute SpA.

Nel Centro Nord il 42% della popolazione adulta pratica sport regolarmente e il 26,8% saltuariamente. Nel Mezzogiorno le percentuali si invertono: la maggioranza pratica sport saltuariamente (33,2%) mentre la minoranza lo pratica abitualmente (27,2%). Andrea Costa, sottosegretario al Ministero della Salute ha detto: “Non c’è sport senza salute: raccolgo le istanze che emergono da questa ricerca. C’è bisogno di una nuova e diversa consapevolezza della politica per sostenere la pratica fisica, sportiva e una salute migliore”.

“La ricerca condotta con Svimez e Uisp conferma il divario tra attività fisica al Nord e al Sud – dice Vito Cozzoli, presidente di Sport e Salute SpA – È molto importante avere dei dati su cui lavorare per colmare il divario e porre in essere azioni che invertano la rotta. Come Sport e Salute ci proviamo ogni giorno con i progetti sulla scuola, sui quartieri disagiati, sull’inclusione e con un nuovo modello territoriale. Perché lo sport è un diritto. Di tutti”.

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