Nuovi contratti per metà a termine e sempre più brevi

Un uomo controlla gli annunci di lavoro esposti in una agenzia per l'occupazione a Pisa.
Un uomo controlla gli annunci di lavoro esposti in una agenzia per l'occupazione a Pisa. (ANSA/FRANCO SILVI)

ROMA.  – Più contratti a termine e sempre più brevi. L’occupazione conferma una dinamica in crescita alla fine del 2021, in linea con l’andamento del Pil, dopo la caduta innescata dalla pandemia, ma anche che a trainare la risalita è ancora il lavoro a tempo determinato. Che vede più spesso protagonisti i giovani, anche con contratti di pochi giorni.

Neanche l’1% dei nuovi rapporti di lavoro precari attivati tra ottobre e dicembre dell’anno scorso supera un anno, oltre il 13% è di un solo giorno, quasi il 40% dura un mese.

I dati delle Comunicazioni obbligatorie rielaborate del ministero del Lavoro relativi all’ultimo trimestre 2021, e pubblicati nella Nota trimestrale sulle tendenze dell’occupazione di Istat, ministero, Inps, Inail e Anpal, fotografano un aumento delle posizioni lavorative dipendenti pari a 229 mila (risultato tra 2 milioni 619 mila attivazioni e 2 milioni 390 mila cessazioni di rapporti di lavoro), rispetto al trimestre precedente: sia a tempo indeterminato (+68 mila) ma soprattutto a tempo determinato (+160 mila).

Nel confronto annuo, la crescita è altrettanto marcata: nel complesso resulta pari a +618 mila posti, di cui +297mila a tempo indeterminato e oltre la metà, +321 mila, invece a tempo determinato. Contratti a volte davvero lampo.

Secondo le Comunicazioni obbigatorie, sempre nel quarto trimestre 2021, il 39,5% delle posizioni lavorative attivate a tempo determinato ha una durata prevista fino a 30 giorni (il 13,3% un solo giorno), il 29,1% da due a sei mesi e soltanto lo 0,9% supera un anno. Una tendenza che peggiora.

Nel complesso, sottolinea lo stesso rapporto, “si riscontra un aumento dell’incidenza delle attivazioni dei contratti di brevissima durata (23,6% fino a una settimana, +3,7 punti rispetto al quarto trimestre 2020) e di quelli da uno a sei mesi (+5,8 punti)”. Sono “la precarietà e la temporaneità che trainano il mercato del lavoro. É del tutto evidente che occorre voltare pagina e impegnarci tutti per invertire questa rotta”, commenta la Uil.

Tra la coda della pandemia, i rincari e le conseguenze della guerra in Ucraina, nuovi effetti sull’occupazione, oltre che sull’economia, sono già messi in conto. E per fronteggiarli, arrivano con il decreto Ucraina bis pubblicato in Gazzetta ufficiale altre settimane di cig ordinaria per le imprese che si trovano in “situazioni di particolare difficoltà economica” e abbiano esaurito il pacchetto precedente: a cominciare da quelle più colpite dal caro-energia (altre 26 settimane fino a fine anno), ma anche per alcune attività del turismo – alberghi, agenzie e tour operator, stabilimenti termali – e per ristorazione su treni e navi, musei, cinema, sale giochi, bingo e parchi divertimento (altre 8 settimane fino al 31 dicembre prossimo).

Il decreto prevede, inoltre, che le aziende dei settori siderurgia, legno, ceramica, automotive e agroindustria (mais, concimi, grano tenero) maggiormente colpiti dalla carenza di materie prime possano beneficiare della cig scontata, non pagando la contribuzione addizionale, fino al 31 maggio prossimo.

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