Guerra Ucraina: Putin cita il Vangelo. La Chiesa: “Una bestemmia”

Il presidente della Rusia, Vladimir Putin.
Il presidente della Rusia, Vladimir Putin, osannato allo stadio Luzhniki di Mosca, per celebrare l'ottavo anniversario dell'annessione della Crimea alla Russia. EPA/VLADIMIR ASTAPKOVICH / SPUTNIK / POOL

CITTÀ DEL VATICANO. – “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”: a pronunciare queste parole è Gesù nel Vangelo di Giovanni (capitolo 15, versetto 13). Vladimir Putin cita questo passo, osannato allo stadio Luzhniki di Mosca, per celebrare l’ottavo anniversario dell’annessione della Crimea alla Russia.

“Una bestemmia”, commenta senza giri di parole il teologo e arcivescovo italiano, monsignor Bruno Forte. E anche il direttore de La Civiltà Cattolica, il gesuita padre Antonio Spadaro, sottolinea: “La politica non deve usurpare il linguaggio di Gesù per giustificare l’odio. La retorica religiosa del potere e della violenza è blasfema”.

Citare il Vangelo “è certamente un atto sacrilego”, “Putin non riesce più a trovare argomenti per giustificare questa follia, una aggressione ingiustificata e totalmente immorale”, “è un’autentica bestemmia”, dice monsignor Forte, teologo e arcivescovo di Chieti. E’ “una strumentalizzazione del Vangelo finalizzata ad una autogiustificazione.

Mostra tutta la debolezza profonda di Putin che non riesce più a trovare argomenti per giustificare questa follia di una aggressione ingiustificata e totalmente immorale”. Il teologo e arcivescovo italiano, facendosi portavoce di un sentimento che attraversa la Chiesa, sottolinea ancora: “Le vittime innocenti che stanno morendo per colpa di questa aggressione certamente non possono essere giustificate con parole evangeliche che dicono l’opposto, l’amore per gli altri e l’amore perfino per i nemici”.

Per monsignor Forte, Putin, con questa citazione, aggiunge “alle gravissime colpe di cui si sta macchiando quella di una autentica bestemmia: usare Dio per giustificare il male compiuto tocca il vertice dell’immoralità e perfino della follia”. Il versetto del Vangelo di Giovanni citato oggi dal presidente russo era scolpito sulla tomba di padre Pino Puglisi, ucciso dalla mafia il 15 settembre del 1993.

“Queste parole di Gesù, scritte sulla tomba di don Puglisi, ricordano a tutti che dare la vita è stato il segreto della sua vittoria, il segreto di una vita bella”, aveva commentato Papa Francesco, che ha voluto proclamare il sacerdote Beato, nella sua visita a Palermo il 15 settembre del 2018, a 25 anni dal martirio del prete che lottò contro la criminalità organizzata.

(di Manuela Tulli/ANSA)

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