Presidente Mattarella: “Battere la guerra aperta dalla Russia”

La guardia dei Corazzieri al Quirinale
La guardia dei Corazzieri al Quirinale. (Ufficio Stampa e della Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

ROMA. – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella interviene sul conflitto in Ucraina e ribadisce due punti fermi. Primo: l’obiettivo è “arginare” e “battere” la “guerra aperta dalla Federazione Russa al centro dell’Europa”. Secondo: italiani ed europei sono chiamati alla “solidarietà e all’aiuto nei confronti delle popolazioni terribilmente colpite” e ad impegnarsi “perché si fermino i combattimenti, si ritirino le forze di occupazione e venga ripristinato il diritto internazionale”.

Mentre l’invio delle armi in Ucraina accende qualche fuoco di polemica, il Capo dello Stato invita tutti a guardare più in là: bisogna “riflettere sull’importanza della libertà, della democrazia, sul valore dei diritti dell’uomo – dice celebrando i 161 anni dell’Unità nazionale – il primo dei quali è il diritto a vivere in pace”.

Eppure, l’atteggiamento italiano nei confronti della guerra qualche maldipancia politico lo provoca. La Camera ha approvato il decreto sulle misure di emergenza con 367 voti a favore, ma fra i 25 contrari e i 5 astenuti ci sono anche alcuni esponenti di maggioranza.

Malgrado questo, col via libera, il Parlamento lancia un messaggio chiaro. E lo ribadisce con un appuntamento significativo: martedì mattina, il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky parlerà in videoconferenza con i deputati e i senatori italiani, che saranno riuniti nelle tribune e nell’emiciclo di Montecitorio. Col leader ucraino interverrà anche il presidente del consiglio, Mario Draghi.

Il premier ribadirà la vicinanza dell’Italia all’Ucraina, l’impegno all’accoglienza dei profughi e l’appoggio della resistenza alla Russia. L’incontro sarà introdotto dal presidente della Camera Roberto Fico e dalla presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati.

Il decreto approvato dalla Camera contiene le prime mosse post avvio della guerra, come il via libera all’invio di armi per la resistenza degli ucraini contro la Russia. Proprio quello è il passaggio più combattuto. Quattro deputati della maggioranza hanno votato contro: due di Fi – Matteo Dell’Osso e Veronica Giannone – e due del M5S, cioè Gabriele Lorenzoni ed Enrica Segneri.

Cinque gli astenuti fra le forze che sostengono il governo: due deputati M5S (Nicola Grimaldi e Davide Serritella), Gianfranco Librandi di Iv, Stefano Fassina di Leu e il neo arrivato al Pd Erasmo Palazzotto. Fra i dem, anche Laura Boldirini, che ha votato sì, ha voluto marcare una distanza: “No all’invio di armi – ha scritto in un tweet – Sì all’invio di aiuti in Ucraina, al sostegno delle nostre aziende danneggiate e all’assistenza in Italia ai rifugiati ucraini”.

Qualche diserzione era attesa. La deputata Segneri (M5s) l’aveva annunciato: fa anche parte di quel gruppo di pentastellati che nei giorni scorsi ha sollevato più di una riserva anche riguardo l’opportunità dell’intervento di Zelensky in Aula. Ma il presidente del Movimento, Giuseppe Conte, smorza: “Dall’inizio, quella del M5s è stata una posizione chiara, ferma e univoca, senza tentennamenti: l’aggressione è assolutamente ingiustificata e contro qualunque principio del diritto internazionale”.

Però, sull’aumento delle spese miliari, ribadito dalla Camera con un ordine del giorno, “non riesco a non esser franco – ammette Conte – Dico onestamente che quel voto non mi ha entusiasmato. Ma attenzione: rispecchia un impegno preso dall’Italia in un vertice Nato del 2014”.

Per rispondere all’emergenza, il segretario del Pd Enrico Letta chiede invece che l’Ue riformi e stessa: “Ci vuole una Convenzione Europea che cambi le regole e tolga l’unanimità”. E poi lancia una proposta: spostare di un anno, al 2027, il termine del Pnrr. “E’ chiaro – spiega – che il quadro attuale non è lo stesso di appena un mese fa. basta vedere, per esempio, l’aumento dei prezzi” dell’energia.

(di Giampaolo Grassi/ANSA)

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